È quasi impossibile comprendere la portata delle eruzioni del vulcano Laki, tra gli eventi più catastrofici nella storia dell’umanità.

Nella primavera del 1783 si aprì una vasta serie di fenditure in cui si formarono circa 135 crateri; da questi fuoriuscirono in sucessione getti di lava incandescente che raggiunsero altezze vertiginose, fino a 1 km. I cosiddetti Skaftáreldar ("fuochi del fiume Skaftá") durarono ben otto mesi ed eruttarono più di 30 miliardi di tonnellate di lava, andando a coprire un’area di 500 kmq con uno strato spesso anche 19 km. Cinquanta fattorie della regione furono completamente spazzate via.

Molto più devastanti furono però le centinaia di tonnellate di cenere e di acido solforico che si riversarono fuori dai crateri: il sole ne fu oscurato, la vegetazione ne risentì e circa i due terzi del bestiame morirono di fame e di avvelenamento da gas. Circa 9000 persone, ovvero un quinto della popolazione dell’epoca, rimasero uccise; chi sopravvisse si trovò a dover affrontare la Moðuharðindi ("carestia da caligine") che ne seguì.

I danni non si limitarono all’Islanda: in tutto l’emisfero boreale nubi di cenere nell’atmosfera oscurarono la luce del sole, le temperature registrarono un calo e dal cielo piovvero piogge acide, che causarono devastazioni ai raccolti in Giappone, in Alaska e in Europa (e pare contribuirono a innescare la Rivoluzione Francese).

Oggi i campi di lava celano l’apocalisse che si verificò circa 230 anni fa: le formazioni laviche contorte e nere sono ricoperte da soffice muschio verde.

L’intera zona di Lakagígar è compresa entro i confini del Parco Nazionale di Vatnajökull (www.vjp.is). In alta stagione (da metà luglio a metà agosto) dalle 11 alle 15 ci sono dei guardaparco al parcheggio di Laki. È stato inoltre aperto un nuovo sentiero informativo che accompagna in una facile passeggiata di 500 m; procuratevi l’opuscolo relativo (o scaricatelo dal sito) per saperne di più sulla storia affascinante della zona, sulla sua geologia e sulla biologia locale. Si tratta di una zona molto sensibile dal punto di vista ecologico e pertanto occorre attenersi sempre ai sentieri segnati.

Il campeggio libero entro i confini della riserva è proibito; l’area apposita più vicina, con servizi igienici e acqua corrente, si trova a Blágil, a circa 11 km da Laki. Da tempo si parla di costruire un centro informativo e alcuni bungalow a Galti, ma il progetto non si è ancora concretizzato. Consultate il sito del parco nazionale per aggiornamenti.

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