A nord del Myanmar e del Laos si estende la regione del Xīshuāngbǎnnà, il cui nome è un’approssimazione cinese della denominazione originale thailandese, Sip Sawng Panna (‘I dodici distretti in cui si coltiva il riso’). Il nome più affettuoso per chi conosce bene questa regione è Bǎnnà: oggi è diventata una sorta di piccola Thailandia cinese che attira ogni anno il turismo di massa, affascinato dal sole, dalle feste tradizionali e dagli splendidi sentieri di trekking che si intersecano nella giungla. Per fortuna, questa regione è abbastanza grande da risultare sovraffollata di visitatori solo di rado e persino il capoluogo della prefettura Jǐnghóng – pur essendo una città in forte espansione – ha saputo conservare un’atmosfera tranquilla e rilassata. Circa un terzo del milione di abitanti di questa regione appartiene all’etnia dǎi, un altro terzo alla maggioranza cinese hàn e il resto a diverse minoranze, tra cui hāní, lìsù e yáo, oltre a tribù collinari meno note come aini (un sottogruppo hāní), jīnuò, bùlǎng, lāhù e wǎ. Questa varietà rende la regione una delle più stratificate e variagate della Cina intera. Ufficialmente denominata Prefettura Autonoma Dǎi del Xīshuāngbǎnnà, questa regione è suddivisa nei distretti di Jǐnghóng, Měnghǎi e Měnglà.

La natura rigogliosa del Xīshuāngbǎnnà

Nel Xīshuāngbǎnnà vive una miriade di specie di flora e fauna, ma recenti studi scientifici hanno dimostrato che l’ecosistema all’interno della foresta pluviale sono oggi estremamente a rischio. Nelle aree di giungla rimaste intatte ci sono sempre meno tigri, leopardi e rinopitechi dorati. Solo il numero degli elefanti è raddoppiato dall’inizio degli anni ’80, raggiungendo i 250 esemplari.

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