Ban Phanom e oltre
Se avete risalito la collina di Phu Si avrete sicuramente notato un grande stupa ottagonale dipinto d’oro che sorge accanto al "Ponte Nuovo". Si tratta del Santi Chedi (Pagoda della Pace; è gradita un’offerta; 8-10 e 13.30-16.30 lun-ven), un edificio di culto eretto nel 1988, i cui cinque livelli interni sono decorati con dipinti raffiguranti storie e moniti buddhisti. Questo stupa sorge su una piccola altura a 1 km dalla Route 13, accanto alla strada che conduce a Ban Phanom, un fiorente villaggio di tessitori e di artigiani situato meno di 1 km più a est. Una strada per la maggior parte sterrata costeggia in un primo tratto il Nam Khan verso est e verso sud, girando dopo 14 km per raggiungere Ban Kok Gniew, il "villaggio degli ananas" situato all’altezza del Km 372 della Route 13 e a soli 500 m dalla svolta che conduce alla cascata di Tat Sae.
Questa strada è polverosa e in leggera salita, ma tranquilla e panoramica e attraversa un grazioso paesaggio carsico, toccando diverse attrattive di grande interesse. A circa 4,5 km da Ban Phanom, un ripido tracciato segnalato scende per circa 300 m fino a raggiungere la candida tomba di Henri Mouhot, l’esploratore francese passato alla storia per aver "scoperto" l’Angkor Wat. Mouhot morì di malaria a Luang Prabang nel 1861, dopo aver scritto nel suo diario "Abbi pietà di me, o mio Dio". Nelle vicinanze si trova una statua dall’aria allegra, che lo rappresenta con una folta barba. Durante la stagione secca la sottostante "spiaggia" sul fiume è frequentata da un gran numero di persone per nuotare e fare un picnic.
Meno di 2 km più avanti, lungo la strada si incontrano il vecchio wat, decorato con splendidi dipinti murali, e lo stupa dorato di Ban Noun Savath. Questi edifici appaiono particolarmente suggestivi nella luce pomeridiana e la sagoma del rilievo carsico costituisce uno sfondo di meravigliosa bellezza.
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