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48 ore a

Slovenia

Bisogna fare qualche scelta dolorosa, è necessario conservare qualche curiosità o desiderio per una volta successiva, ma in 48 ore si può fare conoscenza con la Slovenia, un piccolo paese che contiene un universo.

Il primo problema è dove puntare la bussola: verso il luccichio del mare o le coccole degli stabilimenti termali? Nelle asperità del Carso o lungo le placide rive dei laghi? Un problema che è anche il pregio di questo paese che racchiude tantissimi ambienti naturali e antropici, fino a sembrare un continente intero. La Riviera slovena, ad esempio, sembra riflettere tutta la luce del Mediterraneo e ne porta i profumi, non solo della vegetazione. La rapida sequenza di paesi costieri è soprattutto un piacevolissimo repertorio di architetture medievali e veneziane, fortificazioni marittime, chiese quasi sull’acqua e antiche strutture portuali. La costa slovena condivide con quella italiana una certa continuità culturale, che si rispecchia anche in alcuni sapori della cucina marinara. I centri di Koper (Capodistria), Ankaran (Ancarano), Izola (Isola d’Istria) e Piran (Pirano), di fortissima impronta veneziana, ma calati in un ambiente tutt’altro che lagunare e quindi in grado di estraniare completamente il visitatore, si alternano a calette di sassi e scogliere selvagge. Nella Riserva Naturale di Strunjan, che dà il meglio di sé visitata a bordo di una barca, si trovano alcune delle falesie più alte dell’Adriatico, come Bele Skale (scogli bianchi); nei pressi di Sicciole, basse saline e blocchi di pietra d’Istria creano ambienti struggenti che si possono ammirare anche immersi in splendide piscine talassoterapiche.

La breve ma intensa esperienza nella Riviera slovena non può che chiudersi a Portoroz (Portorose), fiore all’occhiello dell’offerta turistica, dove vi aspettano confortevoli resort e l’allegra vitalità della notte.

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