Mosteiro de Santa Maria de Alcobaça
- Alcobaça, Portogallo
- Sito religioso - Monastero
È uno dei più suggestivi e interessanti monasteri della Penisola Iberica. Di primo acchito si è colpiti dall’alta e imponente facciata barocca che nasconde un’austera chiesa conventuale, il cui interno è una sorta di foresta composta da disadorne arcate del XII secolo. L’imprescindibile visita all’intero complesso consente di accedere al suggestivo refettorio, al vasto dormitorio e agli altri spazi in grado di riportare indietro al tempo della vita cistercense che, secondo varie fonti storiche, non era poi così austera come avrebbe dovuto.
Storia
Il monastero fu fondato nel 1153 da Dom Afonso Henriques, primo re del Portogallo, per onorare un voto fatto in seguito alla riconquista di Santarém nel 1147. Nel corso dei secoli la proprietà del monastero divenne una delle più ricche e più potenti del paese; e si dice che nel monastero vivessero 999 monaci che celebravano messa ininterrottamente dandosi il cambio uno dopo l’altro.
Nel XVIII secolo, tuttavia, a diventare famoso fu il sempre maggiore decadimento morale dei monaci raccontato attraverso gli scritti di viaggiatori settecenteschi, come William Beckford il quale, nonostante la personale tendenza a esagerare, si disse sconvolto dalle "perpetue gozzoviglie... grassi monaci che incedono goffamente e floridi frati dallo sguardo lascivo...". L’abolizione degli ordini religiosi nel 1834 pose fine alla festa.
Chiesa
La facciata originale fu ampiamente modificata nel XVII e nel XVIII secolo. Una volta all’interno, tuttavia, la combinazione tra l’ambizione gotica e l’austerità cistercense colpisce all’istante: la navata, con pilastri imponenti e colonne tronche, ha la stupefacente lunghezza di 106 m e solo 23 m di larghezza. La chiesa fu costruita sul modello dell’abbazia francese di Clairvaux.
Le due tombe elaboratamente scolpite del XIV secolo, nei transetti a sud e a nord, sono il patrimonio maggiore della chiesa e commemorano la tragica storia d’amore tra Dom Pedro e Dona Inês de Castro. Sebbene furono gravemente danneggiate nel 1811 dai saccheggi compiuti dalle truppe francesi in cerca di tesori, presentano ancora una straordinaria ricchezza di dettagli narrativi. Le tombe recano l’iscrizione Até ao Fím do Mundo (fino alla fine del mondo) e, su ordine di Pedro, sono state posizionate l’una di fronte all’altra cosicché, quando verrà il giorno, i due amanti potranno alzarsi e guardarsi dritto negli occhi.
A breve distanza noterete le interessanti statue in argilla nella cappella di san Bernardo e le insolite arcate nel deambulatorio.
Cucina e refettorio
La grandiosa cucina, descritta da Beckford come "il più raffinato tempio della gola di tutta Europa", deve la sua smisurata dimensione alle modifiche apportate nel XVIII secolo; tra esse la realizzazione di un canale d’acqua al centro utile affinché il pesce arrivasse ancora vivo direttamente nelle mani dei cuochi.
Il refettorio adiacente, molto ampio e con soffitto a volta, è il luogo in cui i monaci consumavano il pasto in silenzio mentre i passi della Bibbia erano letti dal pulpito, raggiungibile tramite una magnifica scala ad arcate. I monaci accedevano al refettorio tramite una stretta porta e chi non riusciva a passare perché troppo grasso era costretto a digiunare.
Claustro do Silencio e Sala dos Reis
Il magnifico Chiostro del Silenzio risale a due epoche diverse: Dom Dinis fece costruire l’elaborato piano inferiore, le cui arcate sono sormontate da cerchi scolpiti nella pietra, nel XIV secolo; il piano superiore, realizzato nel tipico stile manuelino, fu aggiunto nel XVI secolo. Vicino all’angolo nord-occidentale del chiostro si colloca la Sala dos Reis (Sala dei Re) del XVIII secolo, così chiamata perché lungo i muri sono allineate le statue di quasi tutti i re del Portogallo. Al di sotto delle statue, fregi in azulejos ritraggono eventi importanti legati alla costruzione dell’abbazia. Al piano superiore, vale la pena di visitare il vasto dormitorio a volta.