Il legame con la vicenda del Bounty è talmente forte che spesso si dimentica che l’isola era stata abitata da polinesiani ben prima dell’arrivo degli ammutinati (nel gennaio del 1790). Oggi l’isola non si trova lungo le rotte aeree internazionali e per raggiungerla bisogna essere assolutamente determinati, ma in un mondo sempre più a portata di mano può essere proprio questo il fascino del viaggio. Sull’isola le infrastrutture sono poche, tuttavia si può fare una sosta arrivando con il proprio yacht o con una nave da crociera che passi in questa zona, e si può trascorrere una giornata passeggiando, parlando con la gente del posto, nuotando nel St. Paul’s Pool, mangiando qualcosa e visitando i luoghi di interesse, come gli antichi petroglifi polinesiani, la Bibbia del Bounty, John Catch a Cow e Bitey Bitey (dal nome delle principali attrazioni si può dedurre che l’inglese parlato sull’isola è quanto meno astruso).

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