Circa 2 km più a est, lungo la tranquilla Route 1C le svettanti formazioni carsiche che si stagliano all’orizzonte raggiungono il culmine in una sezione non particolarmente ampia, ma molto imponente. Proseguendo si incontra il Tham Pha Thok, un complesso di grotte che si aprono in una scoscesa parete calcarea. Nel corso della seconda guerra d’Indocina in queste cavità naturali si rifugiarono gli abitanti del villaggio e molti membri del governo provinciale del Pathet Lao di Luang Prabang per cercare scampo ai bombardamenti americani. La grotta individuabile più facilmente è la prima, situata a circa 30 m da terra e raggiungibile tramite una scala di legno ormai ricoperta dai licheni. Più piccola ma assai più affascinante da visitare (fatta eccezione per le persone che soffrono di claustrofobia) è la seconda grotta, situata a 300 m di distanza lungo la parete rocciosa. Questa grotta - che dal 1968 al 1974 ospitò la banca più importante della regione - è accessibile tramite un passaggio stretto e tortuoso, che in passato veniva utilizzato come sifone. Dal momento che l’interno delle grotte è buio pesto, per esplorarle è necessario portarsi dietro una torcia o noleggiarne una presso la bigliettera (5000K).