Tra le diverse teorie sull’etimologia del toponimo Lucania ce n’è una che prevale sulle altre, se non per solidità linguistica almeno per fascino: quella che vede l’origine della parola nel latino lux, luce. Ebbene, basta un itinerario in alcune delle aree più selvagge del potentino perché tale associazione appaia, all’improvviso, ancor più concreta.
La città del cinema
Terra di castelli e santuari, grandi vini e poeti, il Vulture regala scenari naturali superbi. Uno dei più noti si sviluppa intorno ai laghi di Monticchio, due placidi specchi d’acqua che riempiono parte della caldera del vulcano spento che dà il nome all’area. I fitti boschi, le ninfee nel Lago Grande, il candido monastero di San Michele Arcangelo (che ospita un museo naturalistico) troneggiante sopra il Lago Piccolo offrono tonnellate di scorci sognanti, mentre la presenza della rarissima farfalla Bramea fa venire brividi pruriginosi agli appassionati di entomologia. E, a proposito di luce, lo spettacolo delle chiome degli alberi che scintillano sull’acqua è da urlo, in qualsiasi stagione dell’anno.