Asia centrale

Salute in viaggio

Prima di partire

I problemi di stomaco e di digestione sono di gran lunga i malesseri più comuni a cui va incontro chi viaggia in Asia centrale. A quando pare, la dieta locale a base di carne di montone, pane e plov provoca diarrea e stitichezza in egual misura.

Da quando i vari stati della regione hanno ottenuto l’indipendenza, le condizioni sanitarie sono peggiorate ovunque e sono ricomparse molte malattie che ai tempi dell’Unione Sovietica erano state eradicate o almeno tenute sotto controllo, come la tubercolosi (TBC) e la difterite.

Il rischio di contrarre la malaria, la rabbia e l’encefalite è invece basso e dipende in gran parte dalle località visitate e/o dal periodo in cui si viaggia.

Se siete diretti in Uzbekistan, vi raccomandiamo la massima cautela nell’introduzione di medicinali di tipo psicotropo (rientrano in questa categoria anche gli ansiolitici), poiché tendono a venire equiparati a vere e proprie droghe. I viaggiatori che stanno seguendo una cura medica possono introdurre fino a cinque tipologie di questi medicinali, in quantità non superiore a due confezioni per ciascun prodotto (l’elenco completo è presente sul sito www.advantour.com/img/uzbekistan/file/medications_list.pdf). Essi andranno comunque dichiarati al momento dell’ingresso nel paese. Quantitativi maggiori dovranno essere accompagnati da prescrizione medica tradotta in lingua inglese, che si consiglia in ogni caso di portare con sé. Altrettanto importante è limitare le dosi allo stretto necessario per affrontare il viaggio. Per maggiori informazioni sull’argomento, si suggerisce di contattare prima della partenza la sezione consolare dell'ambasciata uzbeka a Roma.

Vaccinazioni consigliate

Pianificate le vaccinazioni e le profilassi e consultate un centro di medicina dei viaggi. In genere, questi centri sono dislocati presso i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle ASL o i reparti di Malattie Infettive degli ospedali e sono in grado di fornire tutti i consigli di comportamento utili, praticare le vaccinazioni indicate e prescrivere i farmaci opportuni per la profilassi e/o la terapia delle possibili infezioni.

La consulenza sarà fornita in modo personalizzato secondo la destinazione, il tipo di viaggio, l’itinerario, la durata, la stagione, l’età, le esigenze e le condizioni di salute del viaggiatore. Tutte le decisioni saranno prese dal medico sulla base di un accurato bilancio tra il rischio di contrarre una eventuale infezione e i possibili effetti indesiderati da farmaco o vaccino.

Questa consulenza deve essere richiesta almeno un mese prima della partenza, per permettere la programmazione, la somministrazione e l’inizio dell’efficacia delle eventuali misure prese, in quanto molti vaccini non garantiscono l’immunità fino ad almeno due settimane dopo che sono stati praticati. Per le vaccinazioni obbligatorie, previste dai regolamenti internazionali, bisogna chiedere un certificato di vaccinazione internazionale (altrimenti noto come libretto giallo), sul quale verranno elencate tutte le vaccinazioni a cui vi siete sottoposti.

In primo luogo, è opportuno verificare l’aggiornamento delle vaccinazioni di routine, così come previste dal vigente Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (www.epicentro.iss.it/vaccini/piano-nazionale-vaccini-2023-2025), e in particolare le vaccinazioni contro:

  • Difterite/tetano/pertosse in tutti i viaggiatori. Dopo il ciclo primario in età infantile si consiglia un richiamo ogni 10 anni. Prima della partenza è consigliato un richiamo nel caso in cui queste vaccinazioni siano scadute o prossime alla scadenza.

  • Epatite A e B, pneumococco, meningococco, morbillo/parotite/rosolia, varicella, influenza, Haemophilus influenzae tipo B nei gruppi a rischio.

  • Influenza, pneumococco, meningococco, herpes zoster nei viaggiatori di età superiore ai 65 anni.

  • Morbillo/parotite/rosolia e varicella nelle donne in età fertile.

  • Vaccinazioni dell'infanzia e dell'adolescenza.

L’unico vaccino richiesto dai regolamenti internazionali è quello contro la febbre gialla. La documentazione di avvenuta vaccinazione viene richiesta per entrare in Kazakistan e in Kirghizistan soltanto qualora si sia visitato uno dei paesi appartenenti alla zona endemica (paesi dell’Africa tropicale e dell’America Latina; v. l’elenco sull’appendice dell’opuscolo International Travel and Health, scaricabile da https://www.who.int/publications/m/item/countries-with-risk-of-yellow-fever-transmission-and-countries-requiring-yellow-fever-vaccination-(november-2022) nei sei giorni precedenti all’arrivo nel paese, compresi i transiti in aeroporto superiori alle 12 ore.

Non sono obbligatorie altre vaccinazioni, tuttavia alcune autorità sanitarie (CDC americani) consigliano a tutti i viaggiatori che visitano l’Asia centrale di premunirsi contro:

Encefalite da zecche (Kirghizistan, Kazakistan, Uzbekistan) Il vaccino è consigliato a chi fa trekking o frequenta le aree endemiche, in particolare in zone rurali. Viene somministrato in 3 dosi: la seconda 1-3 mesi dopo la prima (anticipabile a 15 giorni se necessario), e la terza 5-12 mesi dopo la seconda. Ne esiste una formulazione per giovani al di sotto dei 16 anni.

Epatite virale A Il vaccino (2 dosi iniettate a distanza di 6-12 mesi) conferisce protezione contro il rischio di contrarre l’epatite A da alimenti e bevande contaminate. Dopo la prima dose vi è già una buona protezione e il richiamo conferisce protezione per almeno 30 anni.

Epatite virale B Questo vaccino (2 dosi iniettate a distanza di 1 mese, più un richiamo dopo 6 mesi) è stato somministrato di routine in Italia ai nati dal 1980 in poi. È consigliato soprattutto a chi prevede di avere rapporti sessuali occasionali o di lavorare in ambito sanitario. Per avere un minimo di protezione occorrono almeno 2 dosi. È anche disponibile un vaccino bivalente, valido sia per l’epatite A sia per l’epatite B, da somministrare con lo stesso calendario.

Febbre tifoide La vaccinazione antitifica è consigliata a tutti i viaggiatori che si recano in aree dove l’igiene è scarsa. Ne esistono una forma per somministrazione orale (3 capsule, da assumere a giorni alterni) e una per iniezione intramuscolare (1 sola dose); entrambe proteggono per 3 anni.

Meningite meningococcica La vaccinazione è consigliata a coloro che si recano in aree in cui la malattia è diffusa (alcune zone dell’Asia, del subcontinente indiano, dell’Africa e del Sud America), nella stagione inverno-primavera o se si è a stretto contatto con la popolazione. L’efficacia inizia 1 o 2 settimane dopo la somministrazione. La protezione dura circa 5 anni. Il vaccino è sconsigliato ai bambini al di sotto dei 2 anni, perché essi non sviluppano un’immunità adeguata. Non protegge contro la meningite meningococcica di sierotipo B.

Rabbia Il vaccino contro la rabbia è consigliabile a coloro che prevedono di entrare in contatto con animali a rischio o in zone a rischio particolarmente elevato. Viene raccomandato anche se si praticano attività quali trekking, corsa, ciclismo o speleologia in aree remote. La vaccinazione consiste in 3 iniezioni, che vengono praticate nell’arco di 1 mese. Anche se si è stati vaccinati, in caso di morso o di graffio da parte di un animale si dovranno fare 2 ulteriori dosi di richiamo.


Durante il viaggio

Disponibilità dell’assistenza sanitaria

In tutta l’Asia centrale l’assistenza medica è di livello a dir poco essenziale. In caso di problemi gravi si rende quindi necessario il rimpatrio del paziente. Le buone cliniche forniscono un’assistenza sanitaria di base e in caso di necessità possono organizzare il trasferimento del malato. In Asia centrale ‘farmacia’ si dice apoteka in russo o dorikhana in turco. Le cliniche vengono chiamate universalmente poliklinik.

Quando il problema non è grave (per esempio in caso di diarrea del viaggiatore), se disponete dei medicinali necessari e non avete la possibilità di raggiungere una buona clinica, potrete anche curarvi da soli. È comunque sempre meglio consultare un medico che fare affidamento sull’automedicazione.

Acquistare medicinali da banco in farmacia non è consigliabile, perché spesso i farmaci vengono conservati male o sono scaduti.

Per trovare la struttura sanitaria affidabile più vicina, chiedete informazioni alla vostra compagnia di assicurazione, alla vostra ambasciata o a un albergo di categoria elevata.

Cinetosi (mal di movimento)

  • Il mal di movimento è dovuto alle stimolazioni del labirinto (sistema di regolazione dell’equilibrio) che si verificano durante i viaggi in automobile, in aereo o per mare. Se siete soggetti a cinetosi, cercate di trovare un posto che renda minimo il disturbo: vicino alle ali sugli aeroplani, a metà nave sulle imbarcazioni e nei sedili centrali sugli autobus. Mangiare poco prima e durante il viaggio ridurrà il rischio di patire di mal di movimento.

  • L’aria fresca e il guardare avanti e verso l’orizzonte possono essere di aiuto; al contrario, leggere o fumare (o sedere accanto a qualcuno che fuma) potrebbe rivelarsi controproducente.

  • Prima di iniziare il viaggio si può assumere un prodotto contro il mal di movimento (dimenidrinato-Xamamina®), che però può provocare sonnolenza; se lo assumerete mentre vi sentite già male, sarà troppo tardi. I cerotti di scopolamina (Transcop®) devono essere applicati quattro ore prima della partenza; tra gli effetti collaterali si segnalano sonnolenza e dilatazione della pupilla.

  • Utili anche i rimedi della medicina naturale: zenzero e menta piperita.

Jet lag

  • La sindrome del jet lag (o sindrome da fusi orari) colpisce di solito chi si sposta in aereo attraverso più di cinque fusi orari. Ne risultano insonnia, spossatezza, malessere e nausea. Per evitare il jet lag bevete molti liquidi (non alcolici) e consumate cibi leggeri.

  • Una volta arrivati cercate di esporvi alla luce naturale e di riadattare il prima possibile il vostro ritmo biologico (per i pasti, il sonno e così via).

Trombosi venosa profonda (TVP)

  • Rimanere seduti a lungo su qualunque mezzo di trasporto (autobus, treno o aereo), soprattutto in una posizione scomoda, aumenta la possibilità di fenomeni trombotici quali la trombosi venosa profonda (TVP).

  • Si tratta della formazione di un coagulo ‘improprio’ (trombo) all’interno di un vaso sanguigno (di solito nelle vene degli arti inferiori), con occlusione del vaso stesso. È facilitata dal rallentato flusso di sangue dovuto alla prolungata posizione statica. Il trombo si può sciogliere da solo senza lasciare segni oppure provocare complicazioni varie, locali o a distanza.

  • Per evitare di incorrere in questo problema, durante i viaggi lunghi dovrete muovervi il più possibile e, mentre siete seduti, fare periodicamente alcuni esercizi, come flettere i muscoli dei polpacci ruotando le caviglie.

  • È consigliabile bere acqua o succhi di frutta durante il viaggio per prevenire la disidratazione e, per la stessa ragione, evitare di bere molti alcolici o bibite che contengano caffeina.

Le persone anziane e chi soffre di vene varicose dovrebbero indossare delle calze elastiche. Se siete in gravidanza dovreste prendere in esame con il vostro medico altre misure preventive prima della partenza.

Malattie infettive

Malattie infettive

Brucellosi

Malattia infettiva causata da batteri del genere Brucella e normalmente dovuta a bestiame infetto, che la può trasmettere tramite il latte e i suoi derivati.

Sintomi: si manifesta con una caratteristica febbre ondulante accompagnata da cefalea, dolori muscolari e astenia. In un primo tempo il paziente può essere soggetto a diarrea, seguita in un secondo momento da stipsi. I sintomi della malattia possono manifestarsi in pochi giorni o in un periodo più lungo, da cinque giorni a diversi mesi dal momento del contagio (in media dopo un paio di settimane). La maggior parte dei pazienti guarisce nel giro di due o tre settimane, ma in alcune persone la malattia si cronicizza e tende a ricomparire sporadicamente a distanza di mesi o anni, causando ripetuti episodi febbrili. I casi mortali sono rari, ma non possono essere esclusi.

Diagnosi: si ricorre a uno specifico esame del sangue.

Terapia: antibiotici (tetracicline o rifampicina). Deve essere effettuata per lunghi periodi.

Prevenzione: evitare il consumo di latte e latticini non bolliti o pastorizzati (cosa probabile nelle aree rurali) che potrebbero contenere i batteri del genere Brucella, che colpiscono principalmente bovini, caprini e suini. La forma di trasmissione più frequente è attraverso alimenti come latte crudo e formaggi freschi, specialmente di capra e di pecora.

Diarrea del viaggiatore

La diarrea del viaggiatore è la più comune tra le malattie da viaggio e tutti i paesi dell’Asia centrale trattati in questa guida sono compresi nelle aree del globo considerate ad ‘alto rischio’, caratterizzate da una probabilità di contrarre l’infezione superiore al 20%. Può essere causata da diversi tipi di virus, batteri, protozoi o parassiti.

Sintomi: crampi, dolore addominale, gonfiore, nausea, vomito, a volte febbre.

Terapia: se venite colpiti da diarrea dovrete bere molti liquidi, preferibilmente soluzioni reidratanti contenenti sali minerali, e bevande zuccherate per riattivare le funzioni di assorbimento dell’intestino. Qualche scarica diarroica al giorno non richiede alcuna cura particolare, ma se cominciate ad avere più di quattro o cinque scariche al giorno dovreste prendere un antidiarroico a base di loperamide (Imodium® e Dissenten®). Se la diarrea dura più di tre giorni o si accompagna a febbre, sangue o muco nelle feci, è bene assumere un antibiotico intestinale (rifaximina-Normix®, ciprofloxacina-Ciproxin®). Se i sintomi non migliorano rapidamente, è opportuno rivolgersi a un medico.

Prevenzione: alcune misure di igiene alimentare sono utili per prevenire la diarrea. Evitate di bere l’acqua corrente a meno che non sia stata bollita, filtrata o disinfettata con soluzioni chimiche (compresse di cloro o soluzioni a base di iodio); mangiate solo frutta e verdura cotte o sbucciate; state attenti ai prodotti caseari che possono contenere latte non pastorizzato; siate molto selettivi nell’acquisto di cibo dai venditori ambulanti. I cibi devono essere ben cotti, e cotti di recente; la frutta e la verdura devono essere sbucciate personalmente. Il vaccino anticolerico attualmente disponibile ha una limitata attività nel prevenire la diarrea del viaggiatore. Anche l’uso preventivo dei fermenti lattici fornisce una modesta protezione.

Dissenteria amebica

La dissenteria amebica è una infezione intestinale causata dal parassita Entamoeba histolytica: ha uno sviluppo graduale, senza febbre né vomito, ma può avere un decorso piuttosto grave. Non è una malattia che si autolimita: persiste finché non viene curata e può provocare ricadute, complicazioni e danni a lunga scadenza. Colpisce raramente i turisti, ma spesso non viene diagnosticata.

Sintomi: diarrea sanguinolenta (non profusa come quella da batteri) con crampi.

Diagnosi: per diagnosticare questo tipo di malattia o eventuali altre forme di dissenteria è necessario fare analizzare le feci (esame coprologico e/o parassitologico), pertanto bisogna cercare urgentemente l’aiuto di un medico.

Terapia: metronidazolo (Flagyl®), che però non dev’essere somministrato ai bambini piccoli e alle donne in gravidanza.

Prevenzione: le misure di igiene alimentare indicate nel paragrafo ‘Diarrea del viaggiatore’.

Giardiasi

Infezione intestinale causata da un parassita (Giardia intestinalis) normalmente trasmesso tramite cibo o acqua contaminati da feci umane o animali: è relativamente comune fra i viaggiatori e piuttosto diffuso tra chi viaggia in Asia centrale.

Sintomi: dolori addominali, nausea, ventre gonfio, diarrea acquosa e maleodorante e flatulenze. La malattia può comparire diverse settimane dopo l’esposizione al parassita. I sintomi possono scomparire per alcuni giorni e poi manifestarsi di nuovo, e questa situazione può protrarsi per diverse settimane.

Diagnosi: la giardiasi è facilmente diagnosticabile con un esame delle feci.

Terapia: metronidazolo (Flagyl®), che però non dev’essere somministrato ai bambini piccoli e alle donne in gravidanza.

Prevenzione: evitare cibo e acqua potenzialmente contaminati da feci umane o animali. Se non si lavano bene le mani, l’infezione può essere trasmessa anche da persona a persona.

Difterite

La difterite è una grave malattia infettiva causata dall’azione di una tossina (tossina difterica) prodotta da batteri che si trasmettono per via aerea.

Sintomi: l’infezione si localizza a livello delle prime vie respiratorie. Le mucose che ricoprono la cavità orale e le prime vie respiratorie si gonfiano formando delle pseudomembrane che possono provocare difficoltà di respirazione. Il germe produce una tossina che può danneggiare seriamente il cuore e il sistema nervoso centrale.

Diagnosi: esame batteriologico.

Terapia: antibiotici.

Prevenzione: la vaccinazione antidifterica (disponibile in formulazione pediatrica e per adulti) è una delle vaccinazioni di routine praticate in Italia a tutti i nuovi nati; viene normalmente iniettata insieme al vaccino antitetanico.

Epatite virale A

Questa malattia, dopo la diarrea del viaggiatore, è l’affezione che si contrae più facilmente viaggiando.

Sintomi: ittero (colorazione gialla della cute e degli occhi), nausea, a volte febbre; può provocare un lungo periodo di astenia con tempi di recupero molto lenti.

Diagnosi: esami di laboratorio.

Terapia: non esiste una terapia specifica.

Prevenzione: vaccinazione e profilassi comportamentale (evitare cibi e acqua potenzialmente contaminati, in particolare i molluschi). La vaccinazione consiste in 2 dosi iniettate a distanza di 6-12 mesi una dall’altra ed è consigliata ai viaggiatori in area tropicale; la prima dose fornisce già una buona protezione, ma il richiamo conferisce una immunità duratura (30 anni almeno).

Epatite virale B

Come l’epatite virale A, anche l’epatite virale B è un’infezione a carico del fegato diffusa in tutto il mondo. A differenza dell’epatite virale A, però, questa malattia si contrae di solito con i rapporti sessuali o attraverso il contatto con sangue infetto, generalmente a causa di trasfusioni di sangue o con l’uso di aghi infetti (tatuaggi, piercing, iniezioni, interventi chirurgici, uso di droghe iniettabili). Fra le conseguenze a lungo termine si segnalano epatite cronica, cancro al fegato e cirrosi.

Sintomi: ittero (colorazione gialla della cute e degli occhi), nausea, a volte febbre. Può provocare un lungo periodo di astenia con tempi di recupero molto lenti.

Diagnosi: esami di laboratorio.

Terapia: non esiste una terapia specifica, ma sono indicati dieta e riposo.

Prevenzione: vaccinazione e profilassi comportamentale (utilizzare protezione durante i rapporti sessuali ed evitare ogni strumento potenzialmente contaminato). Il vaccino contro l’epatite virale B è sicuro e molto efficace. Richiede 2 iniezioni nell’arco di 1 mese, più 1 dose di richiamo dopo 6 mesi. In Italia la vaccinazione è praticata di routine a tutti i nuovi nati.

Febbre tifoide

La febbre tifoide è una malattia infettiva generalizzata di origine batterica trasmessa da cibo o acqua contaminati da feci umane. Se non curata, può causare complicazioni a livello intestinale.

Sintomi: di solito il primo sintomo è la febbre, oppure un’eruzione cutanea di colore rosa sull’addome.

Diagnosi: esame del sangue o delle feci.

Terapia: uso di antibiotici e ricovero ospedaliero.

Prevenzione: vaccinazione, raccomandata a tutti i viaggiatori che hanno in programma un soggiorno nei paesi dell’Asia centrale trattati in questa guida. Esistono due vaccini di efficacia paragonabile: uno per via orale, composto da tre capsule da assumere a giorni alterni, e uno per via intramuscolare, iniettabile in un’unica dose. Entrambi hanno validità triennale. Utile osservare anche tutte le regole di igiene alimentare.

HIV/AIDS

Si stima che in quest’area le persone infettate dall’HIV siano circa 95.000, pari allo 0,2% circa della popolazione (di Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan; non ci sono stime per il Turkmenistan).

Come si trasmette: il virus HIV si trasmette attraverso il sangue e gli emoderivati infetti, e da una madre infetta ai propri figli durante la gravidanza e il parto, ma anche mediante scambi di sangue attraverso aghi o strumenti infetti durante cure mediche o dentistiche, l’agopuntura, le iniezioni endovena, i tatuaggi e il piercing. La via di trasmissione più frequente sono tuttavia i rapporti sessuali; il rischio di infezione è proporzionale, oltre che alla diffusione dell’infezione nel paese visitato (massima in Africa e Caraibi), al numero di rapporti, di partner diversi, di partner sconosciuti, al contatto con partner promiscui (in particolare le prostitute) e alla presenza nel partner di altre malattie a trasmissione sessuale.

Diagnosi: un esame del sangue permette di fare la diagnosi. È consigliato, anche in assenza di sintomi, se si sono avuti comportamenti a rischio.

Terapia: se il test risulta positivo, è necessario rivolgersi a un centro specializzato per valutare l’opportunità di un trattamento.

Prevenzione: la prevenzione del contagio per via sessuale è basata sull’uso di sistemi di barriera (profilattici) durante tutti i rapporti sessuali a rischio, completi e incompleti. Oggi è possibile anche la profilassi pre-esposizione (PrEP), utilizzando farmaci anti HIV. Rivolgetevi al vostro medico per informazioni. Ci si protegge inoltre evitando tutti gli altri comportamenti a rischio sopra elencati.

Leishmaniosi

Paesi a rischio: Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan.

Malattia infettiva trasmessa dai pappataci, minuscoli moscerini molto più piccoli delle zanzare. Esistono due forme della malattia, dovute a specie parassitarie diverse: la leishmaniosi cutanea o mucocutanea, che colpisce la pelle e le mucose causando ulcerazioni e deturpazioni, e la leishmaniosi viscerale, che interessa gli organi interni, dando luogo a un innalzamento della temperatura corporea solitamente accompagnato da anemia e perdita di peso.

Sintomi: ulcerazioni e gonfiori cutanei, che lentamente aumentano di dimensioni. Nella forma viscerale può insorgere un pericoloso innalzamento della temperatura corporea con anemia e perdita di peso.

Diagnosi: la diagnosi viene fatta osservando il parassita nella biopsia della lesione cutanea (o di organi interni nella forma viscerale).

Terapia: farmaci specifici, solo dopo una diagnosi certa.

Prevenzione: la miglior precauzione è quella di evitare le punture dei pappataci, in genere indolori, ma pruriginose, ricordando di coprirsi bene e di usare repellenti per insetti e zanzariere per la notte.

Malaria

Aree a rischio: Tagikistan meridionale, Turkmenistan sud-orientale ed estremo sud dell’Uzbekistan, dove è presente nei mesi più caldi – da giugno a ottobre – quasi esclusivamente nella forma da Plasmodium vivax, la meno grave.

La malaria è causata da un parassita del sangue chiamato plasmodio. È l’infezione tropicale più diffusa nel mondo e può essere una malattia grave, in particolare quando assume la forma di malaria cerebrale, gravata anche da una certa mortalità.

La malaria viene trasmessa da alcune specie di zanzare (anofeline): solo gli insetti di sesso femminile possono trasmetterla, ma basta la puntura di un solo insetto portatore del parassita per contrarla. Le punture si verificano in prevalenza fra il tramonto e l’alba.

Prima di partire rivolgetevi a un medico esperto di medicina dei viaggi per discutere l’opportunità di una profilassi e l’eventuale dosaggio adatto a voi.

SINTOMI E DIAGNOSI

Il principale sintomo della malaria è la febbre, cui possono associarsi sintomi generali come brividi, mal di testa, diarrea e tosse. La diagnosi può essere effettuata solo mediante un prelievo di sangue, seguito dall’osservazione del parassita al microscopio.

Chiunque avesse la febbre durante un soggiorno nei pae­si dell’Asia centrale trattati in questa guida o nelle quattro settimane successive alla partenza da questo paese, anche avendo assunto farmaci antimalarici, dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di aver contratto l’infezione, finché l’esame del sangue non ha dato esito negativo. Se infatti la malattia non viene curata, può andare incontro a rapido aggravamento, soprattutto se il soggetto è stato colpito dal Plasmodium falciparum; segni di complicazioni possono essere itterizia e perdita di conoscenza, fino al coma (si tratta allora di malaria cerebrale) o addirittura alla morte. È necessario un ricovero ospedaliero, ma nelle forme gravi la percentuale di decessi continua ad aggirarsi intorno al 10% anche nelle strutture che forniscono le cure migliori.

PREVENZIONE DELLA MALARIA

La prevenzione della malaria dovrebbe fondarsi su due strategie: evitare le punture di zanzara e degli insetti in generale e sottoporsi a chemioprofilassi con farmaci antimalarici, se indicato. Prima di partire è essenziale consultare il servizio di Medicina dei Viaggi della ASL competente, che provvederà a valutare la necessità di una profilassi farmacologica e a prescrivere i farmaci e i dosaggi adeguati sia per gli adulti sia per i bambini. Ecco alcuni consigli utili per evitare le punture di zanzara:

  • Applicate repellenti sulla pelle scoperta. Molto efficaci sono quelli a base di dietiltoluamide o DEET (OFF! Active® 20% di DEET), anche se da usare con cautela perché in alta quantità potrebbero essere tossici per i bambini. Ugualmente indicati sono quelli contenenti icaridina, ad alta concentrazione (Autan Protection Plus® 20% di principio attivo), anch’essi controindicati per i bambini piccoli.

  • Dormite sotto una zanzariera, meglio se impregnata di permetrina (Biokill®).

  • Scegliete una camera dotata di zanzariere e, in mancanza di aria condizionata, ventilatori.

  • Spruzzate permetrina sugli abiti.

  • Indossate abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi in colori chiari.

  • Usate serpentine antizanzare.

CHEMIOPROFILASSI ANTIMALARICA

La chemioprofilassi consiste nell’assumere farmaci antimalarici per tutto il periodo di esposizione al rischio di infezione, in modo tale da impedire il manifestarsi della malattia se si viene a contatto con il parassita. Questa profilassi ha quindi efficacia solo per il periodo di assunzione.

L’opportunità di questa misura preventiva dovrà essere discussa con uno specialista di medicina dei viaggi. Per valutare se è consigliabile, per la scelta del farmaco, dei relativi dosaggi, dei tempi, delle modalità di assunzione e delle controindicazioni, e per stabilire quale regime sia preferibile nel vostro caso, rivolgetevi almeno 15 giorni prima della partenza al servizio di medicina dei viaggi della vostra ASL.

Il mercato offre una buona scelta di farmaci antimalarici, ma in Asia centrale è ancora efficace il più vecchio dei farmaci per la profilassi antimalarica in uso: la clorochina.

Clorochina È il più vecchio farmaco usato in profilassi ed è quello normalmente consigliato a chi intende visitare le zone dove il plasmodio della malaria non è clorochino-resistente. In generale, la clorochina è raccomandata in Turk­menistan e nel sud dell’Uzbekistan. Dev’essere assunta in dose di 2 compresse settimanali 2 settimane prima della partenza, durante il soggiorno e 4 settimane dopo il rientro. Nel sud del Tagikistan, soprattutto nella provincia di Khatlon, è stata riscontrata resistenza alla clorochina, per cui, se ci si reca in questa zona, può essere opportuno utilizzare l’associazione atovaquone/proguanil (Malarone®). È l’antimalarico di più recente introduzione in profilassi ed è il tipo di prevenzione più indicato per quanti soggiornano per poco tempo in aree a elevato rischio malarico. Il farmaco deve essere assunto quotidianamente a partire dal giorno prima dell’ingresso nella zona a rischio, durante tutto il periodo di soggiorno e per 7 giorni dopo avere lasciato la zona.

TRATTAMENTO PRESUNTIVO DI EMERGENZA

Nei casi in cui il medico del Centro di Medicina dei Viaggi valuti che il rischio di tossicità da farmaci è superiore al rischio di contrarre la malaria, si può decidere di non seguire alcuna misura di chemioprofilassi, limitandosi a portare una scorta di farmaci di emergenza, soprattutto se ci si reca in regioni remote. Questi farmaci sono da utilizzarsi nel caso in cui si manifestino i sintomi della malattia, cioè febbre superiore a 38°C senza altra causa nota, e solo se si è opportunamente informati sulle caratteristiche della malaria e sul corretto utilizzo dei medicinali. Sono disponibili kit per l’autodiagnosi, che possono identificare la malaria con un semplice prelievo di sangue da un dito, ma richiedono un certo addestramento all’uso. Il trattamento dev’essere iniziato soltanto in caso non sia disponibile assistenza medica entro 24 ore e va considerato come cura da assumersi al solo scopo di salvare la vita del paziente e non come automedicazione di routine. I farmaci usati in questo caso sono l’associazione di atovaquone e proguanil (Malarone®), o di artemisinina e piperachina (Eurartesim®), o ancora di artemether e lumefantrina (Coartem® o Riamet®): la scelta e la posologia vanno affidate al medico specialista. Se avete fatto ricorso a un’automedicazione di emergenza, rivolgetevi quanto prima possibile a un medico per avere conferma che la terapia sia stata efficace e che non siano necessari altri interventi.

Se dopo il rientro a casa e nei primi mesi successivi accusate un attacco febbrile, consultate immediatamente un medico.

Malattie sessualmente trasmissibili

Le malattie di questo tipo più diffuse sono l’herpes, i condilomi, la sifilide, la gonorrea e la clamidia, oltre all’infezione da HIV e all’epatite virale B (unica malattia a trasmissione sessuale per la quale esiste un vaccino efficace). Se durante il viaggio avete avuto rapporti sessuali, specie se non protetti, al ritorno a casa sottoponetevi comunque a esami specifici per la ricerca di eventuali malattie a trasmissione sessuale.

Sintomi: spesso le persone affette da queste malattie non mostrano alcun segno dell’infezione. I sintomi, quando presenti, sono specifici per ciascuna di esse e comprendono: eruzioni cutanee, gonfiori, perdite o dolore nell’urinare.

Diagnosi: normalmente la diagnosi viene fatta in base ai sintomi e ai segni obiettivi, ma talora sono necessari esami del sangue o delle secrezioni.

Terapia: ogni infezione ha la sua terapia. Per le forme virali (a eccezione dell’herpes) non sono disponibili farmaci specifici. I condilomi si curano con la chirurgia.

Prevenzione: comportamento sessuale responsabile, informazione, attenzione nelle pratiche sessuali con partner occasionali, uso di sistemi di barriera (profilattici).

Rabbia

La rabbia è un’infezione virale che colpisce il cervello e il midollo spinale ed è praticamente sempre fatale. Il virus della rabbia è trasmesso dalla saliva di animali infetti, solitamente tramite il morso o più raramente attraverso abrasioni della pelle (la maggior parte dei casi è legata ai morsi di cani o scimmie). Qualsiasi morso o graffio da parte di un animale deve essere pulito immediatamente e a fondo con abbondante acqua e sapone. Se poi esiste anche la minima possibilità che l’animale sia infetto, è necessario contattare le autorità sanitarie per verificare se occorre un ulteriore trattamento. La rabbia è ancora un problema diffuso in molte zone dell’Asia centrale.

Sintomi: i sintomi iniziali sono quelli di una malattia virale aspecifica; seguono alterazioni cognitive, alterazioni della sensibilità e dolore nella sede della morsicatura, e successivamente segni neurologici di encefalite.

Diagnosi: per la diagnosi bisogna ricorrere all’ospedale.

Terapia: immunoglobuline specifiche, trattamento in terapia intensiva.

Prevenzione: vaccinazione preventiva (3 iniezioni, praticate nell’arco di 1 mese). Chi non l'ha fatta, in caso di morso da un animale sospetto deve sottoporsi al trattamento post-esposizione, meno sicuro; questo comporta quattro iniezioni, la prima delle quali da praticare entro 24 ore dal morso o quanto prima, oltre alla somministrazione delle immunoglobuline specifiche e alla detersione accurata della ferita. In caso di morso o graffio da parte di un animale sospetto, anche le persone vaccinate si devono sottoporre a due ulteriori richiami.

Scabbia

La scabbia è una malattia infettiva provocata da minuscoli acari che vivono nella pelle, in particolare fra le dita, e causa una eruzione cutanea molto pruriginosa.

Sintomi: prurito intenso.

Diagnosi: viene fatta mediante l’osservazione delle caratteristiche lesioni sulla pelle.

Terapia: consiste nell’applicazione di una lozione acaricida (Nix®, Mitigal®). Bisogna medicare tutto il corpo dopo aver fatto un bagno caldo (spesso sono necessari due trattamenti in 48 h). L’igiene personale è fondamentale per sterminare gli acari, e durante la cura dovrete lavare tutti i vostri abiti e le lenzuola in acqua bollente (non dimenticate di disinfettare anche la valigia e qualsiasi altro oggetto dove potrebbero essersi annidati i parassiti).

Prevenzione: igiene della persona e dell’ambiente.

Altre malattie

Antrace Nel 2013 in Kazakistan si sono verificati casi di antrace. È un’infezione che si contrae dagli erbivori domestici o selvatici tramite contatto, inalazione o ingestione di spore. Può interessare la cute, i polmoni o il tratto gastrointestinale.

Febbre emorragica Congo-Crimea La febbre emorragica Congo-Crimea è una grave malattia virale, caratterizzata dall’insorgere improvviso di febbre elevata, mal di testa, dolore agli arti, gengive sanguinanti e a volte comparsa di puntini rossi sulla pelle, una settimana o due dopo il morso di una zecca infetta. È un rischio minore, di cui però dovrebbe tenere conto chi fa trekking o campeggio in Asia centrale durante i mesi estivi. Un repellente per insetti dovrebbe tenere lontane le zecche.

Peste bubbonica A volte nell’estremo ovest del Kazakistan si verificano epidemie di peste. Un caso fatale di peste bubbonica è stato riscontrato in Kirghizistan nel 2013. Spesso questi episodi vengono causati dal consumo di carne contaminata, ma le malattie sono anche trasmesse dal morso di roditori e dalle pulci delle marmotte.

Rischi ambientali

Calore

Un problema diffuso durante i torridi mesi estivi è il colpo di calore, quindi assicuratevi di mantenervi freschi e idratati quando la temperatura supera i 35°C . In ogni caso chi fa un viaggio di breve durata nelle zone più turistiche non incontra quasi mai problemi.

Cercate di non strafare appena arrivati. Piedi e caviglie gonfi sono disturbi frequenti, così come i crampi muscolari provocati dalla sudorazione eccessiva. Potrete prevenire questi disturbi evitando la disidratazione e un’eccessiva attività al caldo. Bevete soluzioni reidratanti e mangiate cibi salati.

Collasso da calore La disidratazione è la causa principale del collasso da calore, i cui principali sintomi sono emicrania, capogiri e spossatezza. Nel momento in cui si avverte lo stimolo della sete, la disidratazione è già in atto: cercate di bere molta acqua in modo tale da produrre un’urina chiara e limpida. In caso di collasso da calore occorre reintegrare i liquidi persi con acqua e/o succhi di frutta. Le compresse di sali minerali reperibili in commercio possono essere di aiuto. È altrettanto importante riequilibrare la temperatura corporea con acqua fredda e ventilatori. La prevenzione consiste nell’evitare di compiere attività motoria nelle ore più calde in zone a elevata umidità ambientale.

Colpo di calore Il collasso da calore è il precursore del più serio colpo di calore: in questo caso viene colpito il meccanismo della sudorazione, con un eccessivo innalzamento della temperatura corporea, comportamento irrazionale e convulsioni, ed eventualmente anche perdita di conoscenza e morte, per cui è essenziale il ricovero in ospedale. L’intervento d’urgenza consiste nello spostare all’ombra la persona colpita, coprirla con un lenzuolo e un asciugamano umido e farle vento continuamente. Se possibile, è consigliabile ricorrere con urgenza a fleboclisi di soluzioni elettrolitiche per reintegrare i liquidi perduti.

Acqua

Non bevete mai l’acqua del rubinetto, soprattutto nel Karakalpakstan, nel Khorezm, a Dushanbe e nelle zone più remote del Kazakistan.

  • L’acqua in bottiglia di solito è sicura; all’acquisto verificate comunque che il sigillo sia intatto.

  • Evitate il ghiaccio.

  • Evitate le spremute di frutta: a volte vengono annacquate.

  • Se pensate di organizzare escursioni in zone rurali remote, come il Pamir nel Tagikistan orientale, dovrete sterilizzare l’acqua.

  • Il modo migliore per sterilizzarla è farla bollire per almeno un minuto (3 min oltre i 2000 m).

  • Le soluzioni iodate sono la sostanza chimica migliore per purificare l’acqua. Non dovrebbero però essere usate dalle donne incinte o da chi ha problemi di tiroide.

  • I filtri per l’acqua dovrebbero filtrare anche i virus. Controllate che il vostro filtro sia dotato di una barriera chimica come lo iodio e abbia pori di dimensioni ridotte, per esempio inferiori a quattro micron.

Cibo

La contaminazione del cibo da parte di microbi è un fatto possibile, e può essere causata dall’uomo (personale di cucina), dagli insetti (mosche) o dall’ambiente (terra e acqua). Inoltre la crescita batterica, favorita dal clima caldo, è rapida nel cibo anche dopo la preparazione. Sono pertanto necessarie alcune precauzioni per evitare l’ingestione di microbi che potrebbero causare disturbi.

  • Mangiate solo carne e pesce ben cotti e cotti di recente, mai riscaldati.

  • Mangiate frutta e verdura cotte o sbucciate personalmente; comunque lavatene la superficie prima di sbucciarle.

  • Il cibo poco manipolato è più sicuro.

  • Le uova, ben cotte, devono essere servite nel guscio.

  • Scegliete latticini provenienti dalla grande distribuzione o latte bollito.

  • Ponete attenzione al cibo venduto dalle bancarelle, se non caldo e ben cotto.

  • Evitate il cibo lasciato lungo tempo a temperatura ambiente (diffidate dei buffet).

  • Ponete attenzione all’igiene delle mani e delle stoviglie.

  • I pasti consumati al ristorante sono meno sicuri di quelli preparati nelle case private.

Mal di montagna

Il mal di montagna può essere un problema nelle zone di alta quota di Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Dal momento che esistono strade carrozzabili (come la Strada del Pamir) che valicano passi di quota superiori ai 4000 m, non si tratta di un problema limitato agli escursionisti.

La mancanza di ossigeno ad altitudini oltre i 2500 m può provocare disturbi più o meno seri nella maggior parte delle persone, ma il mal di montagna vero e proprio si verifica normalmente a 3000-4000 m di quota ed è influenzato dalla rapidità dell’ascesa, dal grado di allenamento, dal dormire ad alta quota e da eventuali malattie preesistenti.

In genere, i sintomi del mal di montagna si sviluppano durante le prime 24 ore trascorse in quota, ma possono manifestarsi anche successivamente, fino a un massimo di tre settimane dopo. Tra i sintomi più lievi si segnalano emicrania, letargia, capogiri, disturbi del sonno e mancanza di appetito. Quelli più gravi comprendono: affanno, tosse secca e irritativa (seguita da espettorato spumoso e rosato), forte cefalea, mancanza di coordinazione e di equilibrio, stato confusionale o di incoscienza, vomito, comportamento irrazionale e sonnolenza.

Potrete contrastare i sintomi più lievi riposandovi alla stessa altitudine finché il malessere non scompare, di solito entro uno o due giorni. Per combattere il mal di testa si possono prendere il paracetamolo o l’aspirina. Tuttavia, se i sintomi persistono o peggiorano, è necessario discendere immediatamente; può giovare scendere anche di appena 500 m.

PREVENIRE IL MAL DI MONTAGNA

Ponete attenzione a una accurata acclimatazione: salite lentamente e concedetevi molti giorni di riposo, se possibile fermatevi a ogni 1000 m di dislivello e seguite comunque la regola generale di non salire per oltre 600 m al giorno dopo aver superato i 2500 m di quota.

  • Se è possibile, dormite a un’altitudine inferiore rispetto a quella massima raggiunta durante la giornata.

  • Bevete molti liquidi e monitorate l’idratazione assicurandovi che l’urina sia limpida e abbondante.

  • Consumate pasti leggeri e ricchi di carboidrati per immagazzinare più energie.

  • Evitate le bevande alcoliche, i sedativi e il tabacco.

La prevenzione del mal di montagna è inoltre basata, nelle spedizioni in alta quota, sull’uso di acetazolamide (Diamox®), da assumersi sotto diretto controllo medico.

Morsi di animali

Evitate di toccare o di dar da mangiare agli animali, fatta eccezione per quelli domestici, avendo cura di accertarvi presso i padroni che non sia­no portatori di malattie infettive.

In genere le malattie trasmesse dagli animali sono una diretta conseguenza di comportamenti a rischio da parte dell’uomo.

Qualsiasi morso o graffio da parte di un mammifero, compresi i pipistrelli, dovrebbe essere pulito prontamente e a fondo con abbondante acqua e sapone, avendo cura di applicare sulla parte interessata una soluzione antisettica come iodio o alcol. Bisognerebbe poi contattare immediatamente le autorità sanitarie locali per la somministrazione della profilassi post-esposizione contro la rabbia, anche se si è già stati vaccinati.

Sarà inoltre opportuno iniziare ad assumere un antibiotico, perché le ferite provocate dai morsi e dai graffi di animali si infettano facilmente.

Api e vespe Le punture di questi insetti di solito sono più dolorose che pericolose, anche se in soggetti allergici possono fare insorgere gravi difficoltà respiratorie oppure stato di shock (shock anafilattico) che rendono necessario l’intervento urgente di un medico. In questa rara ma grave evenienza è utile avere sempre con sé una fiala di adrenalina. Una pomata antistaminica (Fargan®, Polaramin®) darà invece sollievo e gli impacchi di ghiaccio ridurranno il dolore e il gonfiore.

Cimici Le cimici vivono nelle crepe dei muri, nei materassi e nella biancheria sporca. Controllate se ci sono macchie di sangue sulle lenzuola o sui muri vicino al letto negli alberghi economici: se ne vedete, cercate un altro albergo. I segni dei morsi delle cimici sono disposti in file ben visibili e danno prurito. Anche in questo caso il disturbo prodotto può essere alleviato da una pomata antistaminica.

Pidocchi Il loro habitat ideale è rappresentato dai capelli (pidocchi dei capelli), dai vestiti (pidocchi del corpo) e dai peli del pube (piattole). Si trasmettono con il contatto diretto con persone infestate o attraverso l’uso dei loro pettini o abiti. Vi sono polveri e shampoo per uccidere i pidocchi, mentre i vestiti devono essere lavati in acqua molto calda e sapone e stesi ad asciugare al sole.

Zecche (kleshch in russo) Rappresentano sempre un rischio lontano dalle aree urbane. Vanno rimosse con le pinzette, afferrandole per la testa e tirando delicatamente verso l’alto; evitate di afferrarle per la parte posteriore del corpo, altrimenti il contenuto dell’intestino potrebbe riversarsi nella vostra pelle, aumentando il rischio di infezione. Cospargere la zona colpita con sostanze chimiche è sconsigliato e non serve ad allontanare le zecche.

Scottature

Il sole rappresenta sempre un rischio: l’esposizione al sole può far consumare i fluidi corporei molto più rapidamente di quanto si possa immaginare e causare dolorose scottature, due prospettive tutt’altro che piacevoli. Ecco qualche consiglio per prevenire una eccessiva esposizione al sole:

  • Usate una crema solare ad alto fattore di protezione (SPF 30) e applicatela spesso, perchè il sudore la rimuove. Fate molta attenzione a coprire le zone che normalmente non sono esposte al sole, per esempio i piedi.

  • Indossate sempre un abbigliamento adeguato, un cappello a tesa larga e occhiali da sole di buona qualità.

  • Evitate di prendere il sole durante le ore più calde (dalle 10 alle 16).

  • Nei momenti di pausa di un’escursione sedetevi all’ombra.

  • In caso di scottature state all’ombra fino a quando il disturbo non è passato, applicate compresse fresche sulla parte dolorante e, se necessario, prendete un antidolorifico.

Può essere efficace anche applicare due volte al giorno una crema di idrocortisone all’1%.

Salute femminile

Articoli sanitari Gli articoli sanitari potrebbero non essere sempre disponibili nelle aree rurali.

Candidosi vaginale Caldo, umidità e antibiotici possono contribuire all’insorgenza di questo disturbo, che si cura con creme oppure ovuli antimicotici, sul genere del clotrimazolo (Gyno-Canesten®). In alternativa si può assumere un’unica compressa di fluconazolo (Diflucan®).

Controllo delle nascite La disponibilità di anticoncezionali può essere limitata, pertanto è preferibile portare con sé una scorta del proprio metodo contraccettivo.

Gravidanza Normalmente è possibile viaggiare durante la gravidanza, tenendo presenti alcune precauzioni importanti.

  • Prima di partire sarebbe meglio farsi visitare accuratamente. Il periodo migliore per mettersi in viaggio è quello tra la 16 ª e la 28 ª settimana, quando il rischio di problemi collegati alla gravidanza è minimo e le donne si sentono generalmente bene. I periodi più rischiosi per viaggiare sono le prime 12 settimane della gravidanza, quando maggiore è il pericolo di aborto, e le settimane successive alla 30ª, quando potrebbe verificarsi un innalzamento della pressione arteriosa con il conseguente rischio di parto prematuro. La maggior parte delle compagnie aeree non accetta a bordo le passeggere oltre la 38 ª settimana ed effettivamente nelle ultime settimane di gravidanza i voli a lungo raggio possono essere molto faticosi. Prendete nota di alcune informazioni importanti, come il gruppo sanguigno, che potranno esservi utili qualora doveste essere sottoposte a trattamento sanitario mentre vi trovate all’estero.

  • Controllate che la polizza di viaggio copra anche le spese per un eventuale parto e l’assistenza postnatale, ma ricordate sempre che un’assicurazione non può fare molto nei paesi dove le strutture sanitarie sono carenti.

  • Evitate di viaggiare in zone rurali in cui trasporti e assistenza sanitaria siano carenti.

  • La malaria è una malattia ad alto rischio di gravità in caso di gravidanza e nessun farmaco antimalarico assicura una protezione totale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda alle donne in stato di gravidanza di non mettersi in viaggio verso zone in cui la malaria sia resistente alla clorochina.

  • La diarrea del viaggiatore può portare velocemente alla disidratazione e causare un inadeguato flusso di sangue alla placenta. Gran parte dei farmaci utilizzati per curare i diversi tipi di diarrea sono sconsigliati in gravidanza; l’unico considerato sicuro è l’azitromicina.

  • Per quanto non si abbiano informazioni certe sugli eventuali effetti nocivi dell’altitudine sul feto, molti medici raccomandano di non viaggiare al di sopra dei 4000 m durante la gravidanza.

Infezioni delle vie urinarie Possono essere aggravate dalla disidratazione o da lunghi viaggi in autobus senza soste; bevete molto e portatevi un antibiotico per curarle (ciprofloxacina-Ciproxin®).

Viaggiare con i bambini

Tutti coloro che viaggiano con bambini dovrebbero avere qualche nozione su come curare i disturbi di minore entità, e anche sapere a chi rivolgersi per i trattamenti sanitari.

Animali Spiegate ai bambini che non devono avvicinarsi ai cani o ad altri mammiferi, i cui morsi potrebbero provocare la rabbia o altre malattie. Qualunque morso, graffio o leccatura di un animale dovrebbe essere immediatamente pulito a fondo; se c’è la possibilità anche minima che l’animale sia infetto dalla rabbia rivolgetevi immediatamente a un medico.

Cibo e acqua Ricordate di evitare cibo e acqua a rischio di contaminazione. In caso di attacchi di vomito o diarrea, è particolarmente importante provvedere a reintegrare accuratamente i liquidi e i sali perduti. Potrebbe essere utile portare con sé delle sostanze per preparare soluzioni reidratanti da sciogliere nell’acqua dopo averla fatta bollire.

Farmaci I repellenti contro gli insetti devono essere applicati in concentrazioni e quantità ridotte. Per qualunque farmaco assicuratevi che non sia controindicato per i bambini.

Problemi cutanei Nei climi caldi e umidi, qualsiasi ferita o irritazione della pelle può provocare un’infezione, perciò la parte colpita dovrebbe essere tenuta asciutta e pulita.

Vaccinazioni Controllate le vaccinazioni di routine e valutate la possibilità di effettuarne altre, considerato il fatto che alcuni vaccini non si possono somministrare ai bambini di età inferiore a un anno.


Salute quotidiana

La normale temperatura corporea è di 37°C; un aumento di più di 2°C equivale a febbre alta. Ricordate di portare con voi un termometro digitale o a cristalli liquidi. Le pulsazioni normali di un adulto vanno da 60 a 100 battiti al minuto (per i bambini da 80 a 100 e per i neonati da 100 a 140). In linea di massima, le pulsazioni aumentano di circa 20 battiti al minuto per ogni grado di temperatura in più.

Anche la respirazione è un indicatore dello stato di salute. Contate il numero di respiri al minuto: tra 12 e 20 è normale per adulti e ragazzi (fino a 30 per i bambini e fino a 40 per i neonati). Chi ha la febbre alta o gravi malattie respiratorie respira più in fretta del normale. Fare più di 40 inspirazioni profonde al minuto può essere segno di insufficienza respiratoria, possibilmente conseguente a polmonite o altra malattia respiratoria.