Gölbaşı
- Şanlıurfa, Turchia
- Attrazione - Area storica
La leggenda narra che Abramo (İbrahim), il primo patriarca dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islam, annientò le divinità pagane nell’antica Urfa, scatenando l’ira di Nimrod, il re assiro locale, il quale ordinò che Abramo venisse arso su una pira. Dio però trasformò il fuoco in acqua e i carboni ardenti in pesci. Abramo precipitò nel vuoto dalla collina su cui sorge la fortezza, ma atterrò sano e salvo su un letto di rose.
Il suggestivo quartiere di Gölbaşı a Urfa non è altro che una ricostruzione simbolica di questa storia: due grandi vasche rettangolari (Balıklı Göl e Ayn-i Zeliha) sono popolate da carpe considerate sacre, e l’intera zona a ovest della Hasan Padişah Camii è occupata da un magnifico roseto. Stando alla leggenda locale, chi cattura una delle carpe sacre verrà colpito da cecità. Com’è facilmente prevedibile, i pesci di queste vasche sono i meglio nutriti di tutta la Turchia.
Lungo il lato nord di Balıklı Göl si possono ammirare le raffinate Rızvaniye Vakfı Camii e Medresesi, con una parete ad archi oggetto di innumerevoli fotografie, mentre alla sua estremità ovest si trova la Halilur Rahman Camii. La moschea del XIII secolo, edificata su un sito precedentemente occupato da una chiesa bizantina, indica il punto in cui Abramo cadde al suolo. Le due vasche sono alimentate da una sorgente ai piedi della collina di Damlacık, su cui sorge il castello.