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Traghetto sul Bosforo

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Divan Yolu e İstiklal Caddesi sono sempre piene di gente, ma nessuna delle due può essere considerata l’arteria principale di İstanbul. Tale onore spetta invece al maestoso Stretto del Bosforo, che collega il Mar di Marmara (Marmara Denizi) al Mar Nero (Karadeniz), 32 km a nord del centro città. In turco moderno, lo stretto è chiamato Boğaziçi o İstanbul Boğazı (da boğaz, che significa "gola" o "stretto"). Lo Stretto del Bosforo divide l’Asia e dall’Europa.

Punto di partenza: Eminönü

Ci si imbarca sul traghetto presso il molo di Eminönü. Si può scegliere tra l’Uzun Boğaz Turu (lungo tour nel Bosforo) organizzato dall’agenzia Istanbul Şehir Hatları (Percorsi Urbani a İstanbul) e una crociera più breve fino a Rumeli Hisarı, per poi tornare indietro con un’imbarcazione privata.

È sempre consigliabile arrivare al molo circa 30 minuti prima dell’orario previsto per la partenza, e farsi strada fino all’inizio della coda che si forma di fronte ai cancelli che portano ai moli. Quando questi vengono aperti, e si può salire a bordo dei traghetti, occorre muoversi velocemente per trovare un buon posto a sedere da cui osservare comodamente il panorama. I migliori sono quelli sul fianco del ponte superiore scoperto, vicino alla prua. Tenete presente che quando i traghetti solcano le acque del Bosforo, la sponda asiatica è a destra, quella europea a sinistra.

Appena partiti, vedrete l’isoletta e la torre di Kız Kulesısul lato asiatico di İstanbul, vicino a Üsküdar. La torre dalla sagoma tozza è uno dei più caratteristici monumenti cittadini. In epoca antica, la struttura che sorgeva al posto di quella attuale, risalente al XVIII secolo, era sia un posto di dogana sia un edificio difensivo; il Bosforo si poteva chiudere tramite una massiccia catena che da qui si estendeva fino alla Punta del Serraglio. In tempi più recenti, la torre è apparsa nel film della serie di James Bond Il mondo non basta, del 1999.

Sulla sponda europea si profila invece il grandioso Palazzo Dolmabahçe, descritto insieme al vicino Palazzo Çırağan nel diario di viaggio Costantinopoli nel 1890 dello scrittore francese Pierre Loti come "una fila di palazzi bianchi come la neve, che si affacciano sul mare dai loro moli di marmo", un’immagine ancora oggi assai accurata ed evocativa.

Da Beşiktaş a Kanlıca

Dopo una breve sosta a Beşiktaş, a sinistra del traghetto scorgerete il Palazzo Çırağan (www.ciragan-palace.com; Çırağan Caddesi 32, Ortaköy; Çırağan). Il lungo edificio giallo di fianco al palazzo è la sede della prestigiosa Università di Galatasaray. Sulla sponda asiatica sorge invece il Fethi Ahmed Paşa Yalı, un grande edificio bianco con un tetto di tegole rosse che fu costruito nel delizioso sobborgo di Kuzguncuk sul finire del XVIII secolo. La parola yalı deriva dalla parola che in greco antico significava "costa" ed è rimasta a designare le residenze estive in legno costruite dall’aristocrazia ottomana e dagli ambasciatori stranieri sulle sponde del Bosforo nei secoli XVII, XVIII e XIX, oggi tutelate dalle leggi turche per la conservazione del patrimonio culturale. Un poco oltre, sulla sinistra si vede la graziosa Moschea di Ortaköy (Ortaköy Camii, Büyük Mecidiye Camii; Ortaköy Meydanı, Ortaköy; Ortaköy), la cui cupola e i due minareti torreggiano sul Ponte sul Bosforo, inaugurato nel 1973, in occasione del 50° anniversario della fondazione della Repubblica Turca.

Sotto il ponte, sulla riva europea, la verde e bianca Hatice Sultan Yalı era la residenza di Hatice, figlia del sultano Murad V. Sulla riva asiatica, il Palazzo Beylerbeyi (Beylerbeyi Sarayı; www.millisaraylar.gov.tr; Abdullah Ağa Caddesi, Beylerbeyi; ingresso 20; 8.30-16.30 mar, mer e ven-dom; Beylerbeyi Sarayı)è un edificio barocco eretto per il sultano Abdül Aziz I (regno 1861-76). Osservate i suoi singolari padiglioni in marmo per i bagni proprio in riva al mare. Uno era destinato agli uomini e l’altro alle donne dell’harem.

Superato il sobborgo di Çengelköy, sulla sponda asiatica, si erge l’imponente Scuola Militare Kuleli (Çengelköy; Eminönü-Kavaklar traghetto turistico), costruito nel 1860 e immortalato dalle splendide memorie di Irfan Orga, Una famiglia turca. Da notare, in particolare, le sue due torri coniche.

Quasi di fronte alla scuola Kuleli, sulla riva europea, si sviluppa Arnavutköy (villaggio albanese), un sobborgo composto da un gran numero di abitazioni in legno con tetto a spiovente di epoca ottomana. Gli edifici sulla collina alle spalle del sobborgo un tempo erano occupati dall’American College for Girls, la cui allieva più nota fu la scrittrice Halide Edib Adıvar, che ricordò gli anni trascorsi al college nell’opera autobiografica The Memoir of Halide Edib, del 1926.

Arnavutköy si estende fino al prestigioso sobborgo di Bebek, noto per i lussuosi negozi e i raffinati caffè. Mentre il traghetto scivola via, notate il tetto a mansarda del consolato egiziano, un piccolo palazzo art nouveau fatto edificare dall’ultimo kedivè d’Egitto, Abbas Hilmi II, poco più a sud del parco sul Bosforo. Dentro il parco sorge la Moschea di Bebek, in stile neo-ottomano.

Di fronte a Bebek, Kandilli è il "luogo delle lampade", così chiamato perché qui venivano accese le lampade utili ad avvisare le navi di passaggio della presenza di correnti particolarmente insidiose nelle acque intorno al promontorio. Fra le numerose yalı della zona, fate attenzione alla grandiosa Kont Ostorog Yalı, un edificio rosso costruito nel XIX secolo dal conte Leon Ostorog, consigliere polacco della corte ottomana; Pierre Loti visitò il posto durante il suo viaggio a İstanbul intorno al 1890. Poco oltre, superato Kandilli, si vede la lunga e bianca kıbrıslı (una yalı "cipriota") Mustafa Emin Paşa Yalı, risalente al 1760.

Accanto alla Kıbrıslı Yalı vedrete il Büyük Göksu Deresi (grande ruscello celestiale) e il Küçük Göksu Deresi (piccolo ruscello celestiale), due corsi d’acqua che scendono dalle colline asiatiche e si gettano nel Bosforo. Tra essi si distende un delta verde e ombroso, che gli esponenti dell’élite ottomana consideravano perfetto per i picnic. I residenti stranieri, che spesso si univano a loro, chiamavano il luogo "dolci acque dell’Asia". Nelle giornate di bel tempo poteva giungere anche il sultano, naturalmente in grande stile. Anziché usare una semplice coperta da picnic, il sultano Abdül Mecit fece erigere sul posto il Küçüksu Kasrı (216-332 3303; Küçüksu Caddesi, Beykoz; ingresso 5; 9.30-16.30 mar, mer e ven-dom; Küçüksu), un edificio in stile rococò costruito fra il 1856 e il 1857. Dal traghetto riuscirete a vedere il suo elaborato cancello in ferro battuto, il molo per le imbarcazioni e la facciata che ricorda vagamente una torta nuziale.

Sulla sponda europea, subito prima del Ponte di Fatih, la maestosa sagoma della Rumeli Hisarı (Fortezza d’Europa; 212-263 5305; Yahya Kemal Caddesi 42; ingresso 3; 9-12 e 12.30-16.30 gio-mar; Rumeli Hisarı)sovrasta un grazioso villaggio che porta lo stesso nome. Mehmet il Conquistatore fece erigere la Rumeli Hisarı in soli quattro mesi, nel 1452, mentre si preparava all’assedio di Costantinopoli. Quale collocazione Mehmet scelse il punto più stretto del Bosforo, di fronte alla Anadolu Hisarı (Fortezza dell’Asia; voluta dal sultano Beyazıt I nel 1391), così poteva controllare tutto il traffico sullo stretto, impedendo alla città di ricevere rifornimenti dal mare. Proprio accanto alla fortezza ci sono alcuni caffè e ristoranti molto frequentati.

Nei dintorni di Anadolu Hisarı sono presenti diverse yalı di valore storico e architettonico, come la Köprülü Amcazade Hüseyin Paşa Yalı (Rumeli Hisarı; Eminönü-Kavaklar traghetto turistico), la yalı più antica del Bosforo, costruita nel 1698 per un gran visir di Mustafa II. Accanto, la Zarif Mustafa Paşa Yalıfu eretta all’inizio del XIX secolo dal fornitore ufficiale di caffè del sultano Mahmud II. Osservate il salone al piano superiore, che si protende sulle acque sorretto da colonne montanti in legno dall’insolita forma ricurva.

Quasi direttamente sotto il Ponte di Fatih, sulla sponda europea, sorge la mole di pietra della Tophane Müşiri Zeki Paşa Yalı, una residenza fatta costruire all’inizio del XX secolo da un maresciallo di campo dell’esercito ottomano. Successivamente, la residenza fu ceduta in vendita a Sabiha Sultan, figlia di Mehmet VI, l’ultimo sultano ottomano, e al marito İmer Faruk Efendi, nipote del sultano Abdül Aziz. Quando nel 1922 fu abolito il sultanato, Mehmet si diresse a piedi dal palazzo a bordo di una nave da guerra britannica per non fare mai più ritorno in Turchia.

Oltre il ponte, sempre sulla sponda asiatica, si estende l’incantevole sobborgo di Kanlıca, famoso per il ricco e delizioso yogurt, che si può assaggiare in due caffè di fronte alla fermata del traghetto o anche a bordo dell’imbarcazione stessa. Questa è la seconda tappa del traghetto e, volendo, si può scendere per visitare la zona e poi risalire a bordo quando la nave effettua la traversata di ritorno, oppure prendere un autobus per Üskudar. Da qui si può anche prendere un traghetto verso Emirgan o Bebek, sulla sponda europea, e poi rientrare in città con l’autobus.

In alto, su un promontorio che sovrasta Kanlıca, la Hıdiv Kasrı è una villa art nouveau costruita per volere dell’ultimo kedivè d’Egitto come residenza estiva. Restaurata dopo decenni di trascuratezza, oggi ospita un ristorante (portate principali 10-20,50)e un caffè all’aperto (toast 4-4,50, torte 6). La villa è un autentico gioiello architettonico e il suo vasto giardino è di superba bellezza, in particolare durante l’International İstanbul Tulip Festival, la rassegna dedicata ai tulipani che si tiene nel mese di aprile. Per raggiungere il posto dalla fermata del traghetto, girate a sinistra in Halide Edip Adivar Caddesi e poi a destra alla seconda traversa (Kafadar Sokak). Girate a sinistra in Haci Muhittin Sokağı e risalite la collina fino al bivio: prendete la diramazione di sinistra e seguite le indicazioni per "Hadiv Kasrí", che vi condurranno al parcheggio e al giardino della villa.

Da Kanlıca a Sarıyer

Di fronte a Kanlıca, sulla sponda europea, si sviluppa l’agiato quartiere di Emirgan, che vale decisamente la pena di visitare perché ospita il notevole Sakıp Sabancı Müsezi (Museo Sakıp Sabancı; 212-277 2200; http://muze. sabanciuniv.edu; Sakıp Sabancı Caddesi 42; tariffe variabili; 10-18 mar, gio, ven e dom, fino alle 22 mer e sab; Emirgan), con mostre itineranti di livello internazionale. All’interno del museo ha sede anche uno dei ristoranti più eleganti e raffinati della città, il Müzede Changa la cui terrazza ha un ampia vista sul Bosforo. Se preferite consumare un più semplice spuntino, troverete una filiale della popolare catena di locali Sütiş di fronte al molo dei traghetti. Il posto ha tavoli all’aperto e propone per tutto l’arco della giornata un delizioso menu della prima colazione.

Sulla collina alle spalle del museo si estende il Bosco di Emirgan, un’enorme area pubblica protetta che raggiunge il momento di massimo splendore ad aprile, quando è tappezzato da migliaia di tulipani.

A nord di Emirgan, vicino a una piccola insenatura affollata di barche da diporto, c’è un imbarco dei traghetti. A breve distanza, sopra un promontorio che si protende dalla riva europea, si giunge al sobborgo di Yeniköy. Si tratta di una delle località di villeggiatura estive preferite in epoca ottomana, come testimonia la serie di lussuose yalı del XVIII e XIX secolo che incornicia il molo. La più notevole di queste è la candida e riccamente decorata Ahmed Afif Paşa Yalı, realizzata sul finire del XIX secolo dall’architetto Alexandre Vallaury, autore del Pera Palas Hotel a Beyoğlu. Sulla riva opposta si affaccia il sobborgo di Paşabahçe, sede di una rinomata vetreria.

Chiamata in origine Therapeia per il suo clima salubre, la piccola baia di Tarabya, a nord di Yeniköy, sulla sponda europea, è stata per secoli una stazione balneare estiva prediletta dagli abitanti benestanti di İstanbul, ma lo sviluppo edilizio degli ultimi anni ne ha un po’appannato il fascino. Per una descrizione di Therapeia all’apice del suo fulgore, leggete il romanzo di Harold Nicolson Sweet Waters, del 1921.

A nord del villaggio si trovano alcune delle vecchie sedi estive delle ambasciate straniere. Quando l’afa e il timore di epidemie crescevano, nei mesi più caldi, gli ambasciatori stranieri e il loro personale si ritiravano nelle principesche residenze, circondate da lussureggianti giardini. I palazzi si estendevano verso nord fino al villaggio di Büyükdere, degno di nota per le chiese e per il Sadberk Hanım Müzesi (212-242 3813; www.sadberkhanimmuzesi.org.tr; Piyasa Caddesi 27-29; interi 7, studenti 2; 10-17 gio-mar), intitolato alla moglie dello scomparso Vehbi Koç, fondatore del più grande impero commerciale della Turchia. Il museo presenta un’eterogenea collezione che comprende splendide maioliche di İznik e Kütahya, sete ottomane, monete e gioielli romani. Il museo dista una decina di minuti a piedi dalla fermata successiva del traghetto, a Sarıyer.

Da Sarıyer ad Anadolu Kavağı

Dopo la sosta a Sarıyer, il traghetto prosegue alla volta di Rumeli Kavağı, una località rinomata per i ristoranti di pesce, dove fa una breve sosta e poi attraversa lo stretto per terminare il viaggio ad Anadolu Kavağı. Un tempo villaggio di pescatori, oggi questa località ha un’economia basata sul turismo: la piazza principale è piena di mediocri ristoranti e dei loro intraprendenti procacciatori di clienti.

Abbarbicate in posizione elevata sopra il villaggio, le rovine dell’Anadolu Kavağı Kalesi (Yoros Kalesi) comprendono un castello medievale la cui cinta muraria originale possedeva otto massicce torri. Costruito dai bizantini, fu restaurato e rafforzato dai genovesi nel 1350 e in seguito dagli ottomani. Sfortunatamente, il castello è in tale stato di degrado che è stato recintato e chiuso al pubblico, impedendo così anche la spettacolare vista del Mar Nero che si godeva da qui. Potete quindi tranquillamente evitare i 25 minuti di camminata su per la ripida salita che porta al castello.