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Kariye Müzesi (Chiesa di Chora)

  1. Kariye Camii Sokak, Edirnekapı, İstanbul, Turchia
  2. Museo - Museo

İstanbul vanta molti più monumenti bizantini di qualsiasi altra città, ma pochi eguagliano la bellezza della Chiesa di Chora, ricca di mosaici. Posta all’ombra delle mura erette da Teodosio II, oggi la chiesa è un museo gestito dai curatori dell’Aya Sofya. Nonostante accolga solo una parte dei visitatori della sua sorella maggiore, offre esempi di arte bizantina assolutamente equivalenti.

In origine l’edificio si chiamava Chiesa di San Salvatore Fuori le Mura (chora letteralmente significa "campagna"), a indicare che all’epoca in cui fu costruita si trovava oltre le mura erette da Costantino il Grande. Nel volgere di un secolo, l’impetuoso sviluppo conosciuto dalla città in epoca bizantina inglobò la chiesa e il monastero, che quindi risultarono entro la nuova cerchia muraria eretta da Teodosio II.

Intorno al 500 d.C., l’imperatore Anastasio e la sua corte si trasferirono dal Gran Palazzo di Bisanzio di Sultanahmet al Palazzo delle Blacherne, un nuovo complesso in prossimità al punto in cui le mura di Teodosio si intersecano con le fortificazioni marine sul Corno d’Oro. Una simile vicinanza agevolò lo sviluppo del Monastero di Chora, che fu ricostruito nel 536, durante il dominio di Giustiniano.

Tuttavia, la chiesa attualmente visibile non è quella edificata sotto Giustiniano, che andò distrutta durante l’iconoclastia (711-843) e fu ricostruita almeno cinque volte, gli interventi più significativi sono dell’XI, XII e XIV secolo. Oggi, la Chiesa di Chora è formata da cinque strutture architettoniche principali: la navata centrale, il corpo a due piani aggiunto a nord, il nartece interno e quello esterno, e la cappella funeraria o parekklesion a sud.

Probabilmente tutte le decorazioni interne - i famosi mosaici e i meno conservati ma ugualmente notevoli affreschi - furono realizzate a partire dal 1312 grazie ai fondi stanziati da Teodoro Metochites, poeta e letterato che rivestiva l’incarico di logoteta (responsabile del tesoro) sotto l’imperatore Andronico II (regno 1282-1328). Uno dei mosaici più pregevoli del museo, scoperto sopra la porta che dà accesso alla navata del nartece interno, ritrae Teodoro intento a offrire la chiesa a Cristo.

Teodoro Metochites realizzò anche una grande biblioteca, ricca di volumi, all’interno del monastero. Sfortunatamente nessuna traccia della biblioteca e degli altri edifici del monastero è arrivata fino a noi.

Nel corso del tempo non solo la struttura principale e le immediate vicinanze della chiesa subirono trasformazioni. Dopo esser stata una chiesa per secoli, sotto il regno di Beyazıt II (1481-1512) la Chiesa di Chora fu convertita in moschea, e nel 1945 in museo.

Mosaici

La maggior parte degli interni della chiesa è ricoperta di mosaici raffiguranti scene della vita di Cristo e della Vergine Maria. Cercate la deesis, che mostra Cristo e la Madonna in compagnia di due offerenti, il principe Isacco Comneno e Melania, figlia di Michele Paleologo VIII. L’opera si trova sotto la cupola destra del nartece interno. La cupola stessa è decorata da un’incredibile raffigurazione della Genealogia di Cristo, in cui Gesù è ritratto insieme ai suoi antenati. La cupola sinistra del nartece è ornata da un mosaico che trasmette un senso di serena bellezza e raffigura Maria con il Bambino circondata dai suoi antenati.

Nella navata centrale vi sono tre mosaici: Cristo, Maria con Gesù Bambino e l’Assunzione della Vergine; per vedere quest’ultimo dovrete girarvi, dato che è sopra la porta principale da cui si entra. Il "bambino" che Gesù tiene in braccio è in realtà l’anima di Maria.

Affreschi

A destra della navata si trova il parekklesion, una cappella laterale costruita per accogliere le tombe del fondatore della chiesa, dei suoi congiunti, degli amici e dei collaboratori più stretti. Questo spazio è decorato con affreschi che illustrano scene dell’Antico Testamento riguardanti i temi della morte e della risurrezione. Nello straordinario affresco che orna l’abside, conosciuto come Anastasis, Cristo in tutta la sua potenza risuscita Adamo ed Eva dai loro sarcofagi in presenza di santi e re, mentre sotto i piedi di Cristo sono dipinte le porte dell’Inferno. Meno imponenti, ma non meno incantevoli, sono gli affreschi sulla cupola, in cui è ritratta la Vergine Maria accompagnata da 12 angeli.

Per quanto non se ne abbia certezza, è probabile che l’autore degli affreschi sia lo stesso dei mosaici. Come i dipinti, anche i mosaici mostrano una straordinaria perizia nell’uso di sofisticate prospettive, mentre la squisita raffigurazione delle espressioni dei visi ricorda da vicino la maestria di Giotto, il pittore che più di ogni altro preconizzò il Rinascimento italiano.

A dispetto dei numerosi cartelli di divieto, molti visitatori fotografano affreschi e mosaici utilizzando deliberatamente il flash e danneggiando così le meravigliose opere. Per favore, non imitateli.