Da vedere

Cisterna Basilica

  1. Yerebatan Caddesi 13, İstanbul, Turchia
  2. Attrazione - Edificio storico

Commissionata dall’imperatore Giustiniano e costruita nel 532, questa struttura sotterranea è la più grande cisterna ancora visibile a İstanbul. Al suo interno si contano 336 colonne con capitelli finemente scolpiti, tutte recuperate da templi in rovina. La simmetria dell’insieme e la grandiosità del progetto sono tali da togliere il fiato, e l’immenso ambiente sotterraneo è un fantastico rifugio durante i torridi giorni estivi.

Come la maggior parte dei siti interessanti di İstanbul, la cisterna ha alle spalle una storia pittoresca. Conosciuta a Bisanzio come Cisterna Basilica perché situata sotto la Stoà Basilica, una delle grandi piazze sul primo colle della città, era utilizzata per immagazzinare l’acqua destinata al Gran Palazzo e agli edifici circostanti. La cisterna era in grado di contenere 80.000 metri cubi d’acqua, convogliata dal Mar Nero attraverso un acquedotto di 20 km. Quando gli imperatori bizantini abbandonarono il Gran Palazzo, la cisterna cadde in disuso e fu chiusa. Dimenticata dalle autorità locali qualche tempo prima della conquista ottomana, fu riscoperta nel 1545 dallo studioso Petrus Gyllius, il quale, mentre era alla ricerca di antichità bizantine, apprese dalla gente del posto che semplicemente calando dei secchi sotto il pavimento della cantina li ritiravano su miracolosamente pieni d’acqua. Con lo stesso sistema alcuni pescavano persino dei pesci. Incuriosito, Gyllius esplorò il quartiere e scoprì una casa dalla cui cantina riuscì a scendere fino alla cisterna. Tuttavia, anche dopo la scoperta, gli ottomani (che chiamavano la cisterna Yerebatan Sarayı) non trattarono il cosiddetto "Palazzo Sotterraneo" con il rispetto che avrebbe meritato, tanto da arrivare a utilizzarlo come discarica per ogni sorta di rifiuti, compresi cadaveri.

La cisterna fu pulita e restaurata nel 1985 dalla municipalità di İstanbul e aperta al pubblico nel 1987. Oggi è uno dei luoghi più amati dai turisti, che possono visitarla camminando su passerelle in legno, mentre dal soffitto cadono gocce d’acqua e spettrali branchi di carpe pattugliano il sito.