L’ampio complesso del Büyük Mabet, risalente al XIV secolo a.C. e distrutto intorno al 1200 a.C., è il tempio ittita che si è conservato meglio tra tutti quelli di Hattuşa e i cui resti siano pervenuti a noi fino; tuttavia, vi servirà molta fantasia per immaginare che queste rovine una volta fossero un tempio.

Percorrendo l’ampia via che veniva usata per le processioni, la sede degli uffici amministrativi del tempio si trova a sinistra. Si pensa che il cubo di nefrite verde dagli spigoli assai smussati, collocato in quest’area, svolgesse un ruolo importante nell’ambito della religione ittita.

Il tempio principale, a destra, era circondato da depositi che si ritiene avessero tre piani. All’inizio del XX secolo, in questi locali vennero ritrovati grandi vasi di argilla e migliaia di tavolette con iscrizioni a caratteri cuneiformi. Osservate la soglia in pietra alla base di alcuni vani d’ingresso e vedrete i fori per i cardini della porta e i segni sulla pietra provocati dal movimento della porta stessa. Si ritiene che il tempio servisse da altare rituale destinato al culto delle divinità Teshub e Hepatu, come prova il grande piedistallo in pietra di una delle statue a loro dedicate.