Da vedere

Efeso superiore

  1. Efeso, Turchia
  2. Attrazione - Sito archeologico

Come in tutte le città dell’antichità, anche a Efeso l’edificio che dava il benvenuto ai visitatori era quello delle terme: in questo caso erano le Terme di Vario. Le terme erano collocate nei pressi di tutti i principali accessi alle città, data la consuetudine dei viaggiatori in arrivo di lavarsi per purificarsi dalla sporcizia del lungo viaggio. Le terme assolvevano però anche a una funzione sociale, erano infatti di un luogo in cui, oltre alla possibilità di rinfrescarsi e sottoporsi a un massaggio, si ritrovavano vecchi amici e si facevano nuove conoscenze.

Dopo le terme si giunge all’agorà superiore, una grande piazza che era il cuore legislativo e politico della città. Originariamente l’agorà era rivestita di marmi lucenti e circondata da grandi colonne. Al centro si trovava il piccolo Tempio di Iside, un tributo all’antico legame commerciale e culturale tra Efeso e Alessandria d’Egitto. Le antiche colonne dell’agorà furono poi riutilizzate per la costruzione di una basilica cristiana in stile tipicamente bizantino, con una struttura a tre navate e il tetto in legno. Da qui in poi si incontrano numerosi porticati, un tempo utilizzati come magazzini per le scorte di cibo.

Efeso poteva vantare uno degli acquedotti più avanzati dell’antichità, e mentre vi dirigete verso l’Odeon, un teatro da 5000 posti, potrete osservare i resti delle tubature in terracotta. Il teatro, che un tempo era una struttura sfarzosa con sedili in marmo e decorazioni scolpite, veniva utilizzato principalmente per le riunioni del consiglio cittadino.

Proseguendo, si vedono due delle sei colonne doriche originali che segnano l’ingresso al Pritaneo e alla tesoreria della città. Qui come altrove, le guide vi faranno notare le differenze tra le colonne ioniche greche dalla ricca decorazione e con fusto a scanalature, e quelle romane lisce e disadorne: ne vedrete di entrambi i tipi un po’ovunque nel sito, rimaneggiate e ricollocate sia in epoca antica sia in quella moderna. Un’altra differenza risiede negli archi: realizzati con un singolo materiale e dall’architettura armoniosamente bilanciata quelli ionici, pragmaticamente costruiti in laterizio quelli romani.

Nel Pritaneo si possono vedere le rovine del Tempio di Estia Boulaia (Vesta), dove la fiamma eterna della "vita della città" di fronte alla statua di Artemide era custodita e tenuta sempre accesa dalle vergini vestali. La dea della fertilità era raffigurata con grandi seni e accoglienti braccia aperte, e con mani, probabilmente scolpite in oro, andate perdute ormai da tempo. Molte statue di divinità e imperatori presenti nel sito archeologico avevano originariamente pietre preziose al posto degli occhi (un ulteriore indicatore della ricchezza di Efeso).

Una via laterale, chiamata Via Sacra, porta all’Asclepion, l’ospedale della città. Protetti dal dio Esculapio e da sua figlia Igea, i dottori assunsero come simbolo il serpente di Esculapio, facilmente visibile scolpito nella pietra. Il serpente, grazie alla muta della pelle e quindi alla sua capacità di rinnovare se stesso, simboleggiava la possibilità di "cominciare una nuova vita". Inoltre, i poteri curativi del veleno del serpente erano già noti all’epoca, ed Efeso era famosa per la sua scuola medica.

Nelle vicinanze si trovano i resti del Tempio di Domiziano. L’imperatore Domiziano (regno 81-96 d.C.) noto per la sua crudeltà, esiliò l’evangelista Giovanni a Patmos (dove scrisse il Libro della Rivelazione) e ne condannò a morte il nipote, anch’esso orientato al cristianesimo. Domiziano fece erigere un tempio in proprio onore, che venne però demolito subito dopo la sua morte.

La Fontana di Pollio e il Monumento a Memmio danno un’idea della ricchezza di fontane di cui la città doveva disporre. Il rilassante suono dell’acqua che scorre doveva all’epoca diffondersi in tutta la città (un’altra indicazione della prosperità di Efeso).