Da vedere

Qorikancha

  1. Cuzco, Perú
  2. Attrazione - Rovine

Se intendete visitare solo un sito storico di Cuzco, vi consigliamo di dare la priorità a queste rovine inca, su cui poggiano la chiesa coloniale e il convento di Santo Domingo. Qorikancha era il tempio più ricco di tutto l’impero inca; tutto ciò che ne resta oggi è l’eccellente muratura in pietra.

In epoca inca, Qorikancha (che in quechua significa "cortile d’oro") era letteralmente ricoperto d’oro. I muri del tempio erano rivestiti da 700 lamine d’oro massiccio del peso di circa 2 kg ciascuna. Il tempio conteneva pannocchie d’oro e d’argento a grandezza naturale, che venivano "piantate" durante i riti cerimoniali del calendario agricolo. Secondo i resoconti dell’epoca, c’erano anche altri tesori d’oro massiccio, tra cui altari, figure di lama e bambini e un’immagine del sole, che andò perduta. A pochi mesi dall’arrivo dei primi conquistadores, tutti questi tesori erano già stati trafugati e fusi.

Nel tempio si svolgevano diversi altri riti religiosi. Qui si ritiene che fossero custoditi i corpi mummificati di diversi incas (sovrani), che ogni giorno venivano esposti alla luce del sole per ricevere offerte di cibo e bevande, che venivano poi bruciate durante un rito propiziatorio. Qorikancha era anche un osservatorio dal quale i sacerdoti studiavano l’attività dei corpi celesti. Per vedere tutto questo, al visitatore moderno non resta che affidarsi all’immaginazione, ma i resti dei muri in pietra sono tra le più belle strutture inca del Perú. Dall’esterno e dall’interno del sito si può vedere un perfetto muro curvo alto 6 m; si regge ancora in piedi nonostante i violenti terremoti che hanno raso al suolo la maggior parte degli edifici coloniali di Cuzco.

Una volta entrati nel sito, si accede a un cortile. La fonte ottagonale che sorge al centro in origine era rivestita da 55 kg di oro massiccio. Su ciascun lato del cortile si aprono alcune camere di epoca inca. Si dice che le più grandi, sulla destra, fossero templi dedicati alla luna e alle stelle e che fossero rivestite d’argento massiccio. I muri si assottigliano verso l’alto e, con le loro nicchie e porte, rappresentano ottimi esempi dell’architettura trapezoidale degli incas. I blocchi di pietra sono incastrati l’uno nell’altro in modo così preciso che non si riesce a distinguere il punto di congiunzione.

Di fronte a queste camere, sul lato opposto del cortile, ci sono dei templi più piccoli dedicati al tuono e all’arcobaleno. Sui muri di questa sezione sono stati ricavati tre fori che si aprono sulla strada e che, secondo gli studiosi, sarebbero stati canali di scolo utilizzati per la chicha sacrificale (la bevanda ottenuta dalla fermentazione del mais), per il sangue dei sacrifici o, più semplicemente, per l’acqua piovana. Secondo altre fonti, servivano forse per comunicare dall’interno del tempio con l’esterno. Su questo lato del complesso è degno di nota anche il pavimento di fronte alle camere: risale all’epoca inca ed è formato da ciottoli disposti con estrema cura.

Il tempio fu costruito verso la metà del XV secolo durante il regno del decimo inca, Túpac Yupanqui. Dopo la conquista, Francisco Pizarro lo donò al fratello Juan, che però non riuscì a goderselo a lungo - Juan morì nella battaglia di Sacsaywamán nel 1536. Nel suo testamento, egli lasciò Qorikancha ai frati domenicani, che ne sono tuttora i proprietari. Oggi il sito è una combinazione bizzarra di elementi architettonici inca e coloniali, il tutto sormontato da un tetto di vetro e metallo.

I dipinti di epoca coloniale disposti lungo il perimetro del cortile raffigurano la vita di san Domenico; in molti sono raffigurati cani che stringono una fiaccola tra i denti. Ci sono anche i cani del Signore (Domini canes in latino), da cui il nome dell’ordine religioso.