Se desiderate imparare qualcosa sulla storia del flusso glaciale e su come ha modellato il paesaggio norvegese, visitate questo straordinario museo, a 3 km nell’entroterra dal molo dei traghetti.

Le mostre interattive faranno la gioia dei bambini. Si impara come si sono formati i fiordi, si assiste a un’ottima presentazione audiovisiva di 20 minuti sullo Jostedalsbreen su multischermo (così interessante che spesso alla fine il pubblico applaude), si tocca del ghiaccio vecchio di 1000 anni, ci si addentra in una galleria scavata in un blocco di ghiaccio finto e si vede perfino la zanna di un peloso mammut siberiano morto per congelamento 30.000 anni fa. C’è anche una mostra sull’Uomo del Similaun, il cui corpo, risalente a 5000 anni fa, fu rinvenuto al confine tra l’Austria e l’Italia nel 1991 ed è conservata al Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano.

Our Fragile Planetè una mostra multimediale, con suoni, fumo, boati sotterranei e un telegiornale del 2040 che accompagna il visitatore in un lungo viaggio, dalla creazione della Terra ai nostri giorni - e alle conseguenze dell’eccessivo sfruttamento delle risorse terrestri da parte della nostra generazione. Dopo le ipotesi apocalittiche per immagini, la mostra termina con una nota di moderato ottimismo e con la voce emozionata del naturalista inglese Sir David Attenborough. Detto così suona come una predica, ma in realtà è un discorso stimolante che fa riflettere.