Da vedere

Necrópolis Cristóbal Colón

  1. Centro Città, Cuba
  2. Sito religioso - Cimitero

Questo cimitero, che è stato descritto come un "esercizio di pii eccessi" ed è un monumento nazionale, è rinomato per la sua stupefacente iconografia religiosa e per le statue di marmo di elaborata fattura. Una passeggiata per questi 56 ettari consacrati risulta tutt’altro che inquietante, anzi: è come una panoramica emotiva ed educativa tra gli annali della storia di Cuba. All’ingresso si trova in vendita una guida con una cartina dettagliata (CUC$5): questo cimitero è uno dei più grandi del continente americano.

Dopo essere entrati dal neoromanico ingresso nord (1870), sulla destra troverete la tomba del leader dell’indipendenza, il Generale Máximo Gómez (1905): cercatene il volto scolpito in bronzo all’interno di un medaglione circolare. Più avanti, superata la prima rotonda e sempre sulla destra, si incontrano il monumento ai vigili del fuoco (1890) e la neoromanica Capilla Central (1886) al centro del cimitero. Appena a nord-est di questa cappella si trova la tomba più celebrata e più visitata del cimitero, quella della Señora Amelia Goyri (all’angolo tra Calle 1 e Calle F), più conosciuta come La Milagrosa ("la miracolosa"), morta di parto il 3 maggio del 1901. La statua di marmo di una donna che regge una grande croce con un bambino in braccio è facile da individuare, perché è sempre piena di fiori e meta di molti visitatori. Per molti anni dopo la sua morte il marito, sconvolto dal dolore, si recò in visita alla tomba più volte al giorno: batteva uno dei quattro anelli di ferro sulla volta del sepolcro e camminava al contrario mentre se ne andava per poterla vedere il più a lungo possibile. Quando i corpi della donna e del neonato furono riesumati qualche anno dopo, quello di Amelia era intatto (segno di santità per la fede cattolica), e il bambino, che era stato sepolto ai suoi piedi, fu ritrovato, pare, tra le sue braccia. Per questo La Milagrosa è diventata oggetto di un importante culto spirituale a Cuba: migliaia di devoti vengono qui ogni anno nella speranza di risolvere i propri problemi o esaudire i propri sogni. Nel rispetto della tradizione, i pellegrini battono a loro volta con un anello di ferro sulla volta ed escono senza mai dare le spalle alla tomba.

Merita una visita anche la tomba del leader del Partito Ortodosso, Eduardo Chibás (Calle 8 tra le Calle E e Calle F). Negli anni ’40 e all’inizio del decennio successivo Chibás portò avanti la sua inarrestabile crociata contro la corruzione del regime politico, arrivando a suicidarsi in diretta in segno di protesta durante una trasmissione radiofonica nel 1951. Al suo funerale, un giovane attivista del partito ortodosso di nome Fidel Castro saltò sulla tomba di Chibás e pronunciò un fervido discorso di denuncia della vecchia classe dirigente: fu l’esordio politico del cubano più influente del XX secolo.

Da vedere sono anche le tombe del romanziere Alejo Carpentier (1904-80), dello scienziato Carlos Finlay (1833-1915), dei martiri dello sbarco del Granma e dei veterani delle guerre d’indipendenza.