Clima
Il territorio delle Svalbard è coperto per il 13% da vegetazione, per il 27% da nuda pietra e per ben il 60% da ghiacciai. La latitudine dell'arcipelago va da 74°N di Bjørnøya, a sud, a oltre 80°N di Spitsbergen e Nordaustlandet, all'estremità settentrionale.
L'arcipelago è grande più o meno come l'Irlanda ed è formato prevalentemente da strati sedimentari prodotti dall'erosione glaciale che iniziarono a depositarsi sul fondo marino 1,2 miliardi di anni fa. Per quanto sia difficile immaginarlo, fra i 300 e i 60 milioni di anni fa le Svalbard erano lussureggianti isole tropicali. Strati ricchi di materia organica si accumularono allora in superficie per trasformarsi poi in carbone a causa delle temperature molto elevate e della pressione atmosferica. Successivamente, la deriva dei continenti ha spinto pian piano l'arcipelago verso il Polo Nord e le ere glaciali degli ultimi due milioni di anni sono responsabili di gran parte dell'attuale morfologia del territorio. I monti più elevati sono il Newtontoppen (1713 m) e il Perriertoppen (1712 m).
Moltissimi ghiacciai delle Svalbard si stanno sciogliendo rapidamente: l'Austre Brøggerbreen, per esempio, si è ritirato di quasi 16 m dal 1977, seguito a ruota dal Midre Lovenbreen, che ha perso 12,3 m.
Caratterizzato da un clima desertico polare, l'arcipelago vede soltanto 200-300 mm di precipitazioni annue. Sebbene la costa occidentale rimanga libera dai ghiacci per buona parte dell'estate, subito a nord dell'isola principale il pack galleggia tutto l'anno. Neve e gelo sono possibili in qualsiasi stagione: la temperatura media annua è di -4°C e in luglio è di appena 6°C. Detto questo, può anche capitare che il termometro salga a 20°C. A gennaio, la temperatura media è di -16°C, ma non è raro che scenda a -30°C.
A Longyearbyen il sole di mezzanotte dura dal 19 aprile al 23 agosto, mentre la notte polare dura dal 28 ottobre al 14 febbraio.
Oltre all'orso polare, nelle Svalbard vivono altri animali emblematici del mondo artico. Le specie che avrete maggiori probabilità di vedere sono la volpe artica (nota anche come volpe polare) e la caratteristica renna o caribù delle Svalbard, una specie più tozza e geneticamente affine alla sua lontana parente canadese; ne sono stati trovati anche alcuni esemplari dotati di un collare elettronico russo, a riprova che questi animali viaggiano sul ghiaccio. A differenza delle cugine sulla terraferma, le renne delle Svalbard non vivono in branchi, ma in nuclei familiari composti da due a sei animali. Poiché non sono minacciate da altri predatori che non siano gli esseri umani, sono molto numerose, al punto che la loro popolazione, stimata in circa 10.000 capi, è tenuta costantemente sotto controllo dall'abbattimento selettivo. Quasi tutte le renne dell'arcipelago muoiono lentamente di fame verso gli otto anni di età, quando non riescono più a mangiare perché i denti si sono consumati a causa delle pietre e dei sassolini masticati insieme al cibo scovato nel terreno.
Quanto alle balene, nonostante nei secoli passati siano state cacciate fino a rischiare l'estinzione, ogni tanto questi cetacei si vedono a tutt'oggi nuotare nelle acque delle Svalbard; le foche invece sono più diffuse. Anche la caccia implacabile ai trichechi ha drasticamente ridotto la loro popolazione, ma nell'arcipelago se ne contano ancora fra i 500 e i 2000 esemplari.
Per informazioni sugli affascinanti uccelli delle Svalbard .