Antica Olimpia
- Olimpia, Grecia
- Attrazione - Sito storico

Le antiche Olimpiadi si tennnero regolarmente ogni quattro anni fino alla loro abolizione, nel 394 d.C., per mano dell’imperatore Teodosio I, che pose fine a una tradizione durata almeno un millennio. Oggi il sito dell’antica Olimpia, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un complesso di templi, alloggi sacri ed edifici pubblici ancora ben conservati. All’interno dell’area archeologica si trovano una piantina ed eccellenti pannelli esplicativi in diverse lingue, che illustrano dettagliatamente l’aspetto originale della città.
Olimpia antica si raggiunge dalla cittadina moderna seguendo le apposite indicazioni. L’ingresso è situato oltre il ponte sul fiume Kladéos. Grazie a Teodosio II e a una serie di terremoti, poco rimane della magnificenza dell’antica Olimpia, ma le rovine di ciò che fu, immerse in un idilliaco paesaggio verdeggiante, sono sufficienti a rendere affascinante la visita; calcolate come minimo una mezza giornata. Una puntata al museo archeologico di Olimpia prima di iniziare l’esplorazione vi consentirà di individuare al meglio la distribuzione degli antichi edifici.
La prima struttura che s’incontra è il gymnasium, che risale al II secolo a.C. A sud si trova la palestra (scuola di lotta), parzialmente restaurata, in cui si allenavano gli atleti. L’edificio successivo è il theokoleon (casa dei sacerdoti) e alle sue spalle c’è la bottega di Fidia, dove fu realizzata la gigantesca statua in oro e avorio di Zeus, considerata una delle sette meraviglie del mondo antico. La bottega fu identificata dagli archeologi grazie al ritrovamento di attrezzi e calchi. Oltre il theokoleon si trova il leonidaion, un’elaborata struttura destinata a ospitare i dignitari.
L’altis, o Recinto Sacro di Zeus, si ergeva a est della strada. L’edificio più importante di questo complesso era l’immenso Tempio di Zeus, costruito in stile dorico nel V secolo a.C.; qui era custodita la statua crisoelefantina opera di Fidia, in seguito trasferita da Teodosio II a Costantinopoli (dove venne distrutta da un incendio nel 475 d.C.). Una colonna del tempio è stata restaurata e rimessa in piedi per consentire ai visitatori di farsi un’idea delle imponenti dimensioni del monumento.
A sud del Tempio di Zeus si trova il bouleuterion, che ospitava la sala del consiglio e l’altare dei giuramenti, dove gli atleti si impegnavano a obbedire alle norme stabilite dal senato olimpico.
Allo stadio, situato a est dell’altis, si accede tramite un passaggio ad arco. Si vedono ancora le linee di partenza e di arrivo della pista di 120 m e i sedili dei giudici. Lo stadio poteva accogliere almeno 45.000 spettatori, mentre le donne e gli schiavi dovevano accontentarsi di assistere alle gare dalla Collina di Crono.
A nord del Tempio di Zeus c’era il pelopion, una collinetta boscosa con un altare dedicato a Pelope; era circondato da un muro che conteneva quelli che ora sono i resti di un portico dorico. Molti manufatti esposti nel museo furono rinvenuti su questa altura.
Proseguendo verso nord s’incontra il Tempio di Era, un edificio dorico databile intorno al 600 a.C. che è anche la struttura meglio conservata dell’intero sito dell’antica Olimpia. La dea era venerata qui insieme alla madre Rea, prima che il loro culto venisse soppiantato da quello di Zeus.
A est del Tempio di Era si trova il ninfeo, fatto costruire da Erode Attico tra il 156 e il 160 d.C. Come molti degli edifici finanziati dai mecenati romani, anche questo è una costruzione grandiosa, una struttura semicircolare di colonne doriche fiancheggiata su entrambi i lati da un tempio circolare; all’interno si trovavano le statue di Erode Attico e della sua famiglia. La raffinata eleganza del ninfeo nascondeva comunque una funzione pratica, perché la sua vasca riforniva la città di acqua fresca di sorgente.
Superato il ninfeo e risalendo una rampa di scale in pietra si arriva ai cosiddetti tesori, una fila di 12 tempietti che si estendeva fino allo stadio e segnava il confine settentrionale dell’altis. Ogni tempietto era stato eretto da una diversa città-stato e veniva utilizzato come magazzino.
Ai piedi della scalinata giacciono le scarne vestigia del metroön, un tempio del IV-V secolo a.C. dedicato a Rea, madre di tutti gli dèi. Sembra che qui gli antichi ne celebrassero il culto con orge sacre.
Le fondamenta del philippeion, a ovest del Tempio di Era, sono tutto ciò che resta della costruzione semicircolare ornata di colonne ioniche fatta costruire da Filippo il Macedone per commemorare la battaglia di Cheronea (338 a.C.), nella quale aveva sconfitto un esercito composto da ateniesi e tebani. L’edificio conteneva le statue di Filippo e della sua famiglia.
A nord del philippeion si trova il prytaneum, la residenza del magistrato dove si festeggiavano gli atleti vincitori delle gare.