Museum Brandhorst
- Theresienstrasse 35a, Monaco, Germania
- Museo - Galleria d'arte
Un edificio grande, tozzo e appropriatamente moderno, ricoperto interamente di tubi di ceramica dalle mille nuance di colore: il Brandhorst si è presentato sulla scena del Kunstareal di Monaco in una fiammata di colori a metà del 2009. Le sue pareti, i pavimenti e, a volte, i soffitti, forniscono lo spazio espositivo necessario per le opere d’arte più provocatorie tra quelle che la città possiede, alcune delle quali riconoscibili da tutti, come le icone del Novecento prodotte da Andy Warhol che dominano la collezione.
In effetti è proprio Warhol che dà il "la" al museo, con il suo "bolscevico" Hammer and Sickle (Falce e martello; 1976) appena a destra dell’entrata. Il protagonista assoluto della pop art degli anni ’60 spunta fuori un po" ovunque e ha anche un’intera sala dedicata a pezzi celebri, come il suo Self Portrait (1986), Marilyn (1962) e Triple Elvis (1963).
L’altro artista molto rappresentato al Brandhorst è Cy Wombly (1928-2011). Dell’artista americano sono presentate alcune delle tele più spettacolari, dove l’astrattismo si veste di colori e utilizza le tecniche del graffitismo. Anche se questo tipo di arte non incontra il gusto di tutti, il Brandhorst consente di comprenderne a fondo le tematiche.
In altri angoli le installazioni al neon "firma" del minimalista Dan Flavin (1933-96) illuminano di luci colorate il percorso museale, che comprende altri grandi nomi dell’arte contemporanea internazionale, come Mario Merz, Alex Katz e Sigmar Polke. Forse non sorprende che in tale compagnia a Damian Hirst si getti appena un’occhiata, essendo presente con un’unica installazione, la sua nota "parete di pillole", Pill Wall .