Provincia di Camagüey: il primo viaggio

Perché andare

Né Occidente né Oriente, Camagüey è una provincia che va sempre controcorrente e vuole fare di testa propria nelle questioni politiche e culturali - e generalmente lo fa - con grande disappunto dei vicini dell'Avana e di Santiago.

I semi di tale atteggiamento vennero piantati in epoca coloniale quando Camagüey preferì l'allevamento del bestiame alla coltivazione della canna da zucchero, il che significava minore dipendenza dal lavoro degli schiavi e maggiore propensione a liberarsi di un sistema che alimentava la miseria.

Oggi, la più grande provincia dell'isola, per lo più piatta come una tavola, è una sinfonia pastorale di bestiame al pascolo e sciatte città dello zucchero e, nella parte meridionale, catene di colline non molto alte ma deliziose. È fiancheggiata dai due maggiori arcipelaghi, il Sabana-Camagüey a nord e l'isolato Jardines de la Reina a sud, l'ultimo lembo incontaminato di Cuba.

Il capoluogo Camagüey, fermamente cattolico, è la star della regione: il suo charme cosmopolita e l'architettura ammaliante sono secondi solo a quelli dell'Avana. Lo spirito indipendente della città ha nutrito il poeta rivoluzionario Nicolás Guillén, lo scienziato e innovatore Carlos J. Finlay e una compagnia di balletto di fama internazionale.

Quando andare

C'è ancora disaccordo sulla data reale della fondazione di Camagüey (nel 2014 ha festeggiato il 500° anniversario), ma tutti si riversano in strada all'inizio di febbraio per celebrare la Jornada de la Cultura Camagüeyana.

Per gli entusiasti delle attività all'aperto, marzo è il mese migliore per avvistare gli uccelli migratori sugli isolotti settentrionali.

A Playa Santa Lucía da giugno a gennaio si può assistere all'incredibile spettacolo sott'acqua del pasto agli squali.

A settembre Camagüey mostra il meglio della sua vita culturale nel Festival Nacional de Teatro.