Palazzo Reale
- Sothearos Blvd, Phnom Penh, Cambogia
- Attrazione - Palazzo
Caratterizzato dai classici tetti khmer e da ricche decorazioni dorate, il Palazzo Reale domina il panorama di Phnom Penh. Si tratta di una struttura imponente, situata nei pressi del lungofiume, che mostra una notevole somiglianza con il suo omologo di Bangkok.
Essendo la residenza ufficiale del re Sihamoni, alcune parti dell’imponente complesso sono chiuse al pubblico e i visitatori hanno accesso unicamente alla sala del trono e a un gruppo di edifici vicini. Anche la Pagoda d’Argento, adiacente al palazzo, è aperta alle visite.
I visitatori sono tenuti a indossare pantaloni al ginocchio e magliette o camicie con maniche fino al gomito (è comunque possibile affittare indumenti appropriati). La domenica, quando gli abitanti delle campagne circostanti vengono a rendere omaggio al re, questo luogo tende ad affollarsi, ma mescolarsi alla gente del posto per conoscerne le usanze può rivelarsi un’esperienza interessante.
Complesso del palazzo
Tutti i visitatori accedono al complesso dalla parte orientale, vicino al Padiglione Chan Chaya, dove un tempo venivano messi in scena spettacoli di danze cambogiane. Di sera il padiglione viene occasionalmente illuminato per commemorare festività e anniversari.
Il richiamo principale del complesso del palazzo è la Sala del Trono, sormontata da una torre alta 59 m che s’ispira al Bayon di Angkor e inaugurata nel 1919 dal re Sisowath. Viene utilizzata per le incoronazioni e altre cerimonie, per esempio la presentazione delle credenziali da parte di rappresentanze diplomatiche straniere. Molti degli oggetti che un tempo adornavano questa sala sono stati distrutti dai khmer rossi.
La curiosa struttura in ferro (certamente poco indicata per il clima cambogiano) visibile nel cortile è il Padiglione di Napoleone III, dono dell’imperatore francese al re Norodom.
Pagoda d’Argento
Dal complesso del palazzo si accede alla Pagoda d’Argento attraverso la porta settentrionale. Deve il proprio nome allo scintillante pavimento ricoperto da oltre 5000 piastrelle d’argento del peso di 1 kg ciascuna (per un totale di cinque tonnellate di scintillante metallo). Gran parte delle piastrelle è nascosta da una copertura protettiva, ma è possibile vederne alcune vicino all’ingresso. Il tempio, noto anche con il nome di Wat Preah Keo (Pagoda del Buddha di smeraldo), venne edificato originariamente in legno nel 1892 durante il regno del re Norodom, il quale pare si fosse ispirato al Wat Phra Keo di Bangkok, e fu poi ricostruito nel 1962.
La Pagoda d’Argento fu risparmiata dalla furia distruttiva dei khmer rossi che desideravano dimostrare al mondo esterno il loro interessamento per la tutela delle ricchezze culturali della Cambogia. Sebbene nella confusione seguita all’invasione vietnamita oltre la metà della sua decorazione interna sia andata perduta, ciò che rimane è spettacolare. Questo è uno dei pochi luoghi della Cambogia in cui si possono ancora ammirare autentiche testimonianze della ricchezza e dello splendore dell’antica civiltà khmer.
La scalinata che sale alla pagoda è costruita in marmo italiano. All’interno, il Buddha di smeraldo, a quanto si dice realizzato in cristallo Baccarat, siede su un piedistallo dorato posato su un’alta pedana. Di fronte a questa si erge un Buddha d’oro a grandezza naturale, ornato con 2086 diamanti, il più grande dei quali, incastonato nella corona, pesa 25 carati. Realizzato nei laboratori del palazzo intorno al 1907, il Buddha d’oro pesa 90 kg.
Lungo le pareti della pagoda sono allineati straordinari esempi di artigianato khmer, tra cui maschere riccamente decorate, usate nella danza classica, e decine di Buddha d’oro. I numerosi oggetti preziosi donati ai sovrani cambogiani dai capi di stato stranieri fanno una figura alquanto modesta se paragonati alla varietà e allo sfarzo dell’arte khmer. All’interno della pagoda è vietato fotografare.
L’epopea indiana del Ramayana (conosciuto come Reamker in Cambogia) è raffigurata da un gigantesco affresco (in condizioni non proprio ottimali), realizzato intorno al 1900, che occupa il muro perimetrale del complesso della pagoda; la storia ha inizio subito a sud della porta orientale ed è illustrata da vivide immagini della battaglia di Lanka.
Tra le altre strutture che fanno parte del complesso del Palazzo Reale (elencate in senso orario partendo dalla porta settentrionale) segnaliamo la mondap (biblioteca), che un tempo custodiva una serie di testi sacri sontuosamente miniati su foglie di palma (ora trasferiti per motivi di sicurezza in locali climatizzati); il santuario del re Norodom (regno 1860-1904); una statua equestre del re Norodom; il santuario del re Ang Duong (regno 1845-59); un padiglione che custodisce una gigantesca impronta del piede del Buddha; il Phnom Mondap, una collina artificiale su cui si erge una struttura contenente un’impronta in bronzo del Buddha proveniente dallo Sri Lanka; un santuario dedicato a una delle figlie del principe Sihanouk; un padiglione destinato alle celebrazioni della famiglia reale; il santuario del padre del principe Sihanouk, re Norodom Suramarit (regno 1955-60), e la Torre Campanaria, la cui campana viene suonata per ordinare l’apertura e la chiusura delle porte del palazzo.